Missione quasi impossibile, quella che si trovano di fronte la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel: mettere d’accordo i leader dei Paesi Ue su un piano per affrontare collettivamente la crisi economica dettata dalla pandemia di Covid-19. Con premesse non certo esaltanti, quelle che vedono i Paesi del Mediterraneo contrapposti al blocco dei “rigoristi” del Nord, capeggiati da Olanda e Germania. Per riuscire a strappare un’intesa, ecco allora un piano da almeno mille miliardi.
L’idea è quella di raccogliere la somma attraverso bond europei gestiti dalla Commissione, soldi da versare poi ai Paesi più colpiti in parte sotto forma di aiuti a fondo perduto e in parte come prestiti a tassi contenuti da rimborsare nel giro di vent’anni o più. La strategia, viste le distanze che separano ancora i vari Stati, è quella di presentare il piano direttamente durante il Consiglio Europeo, per poi eventualmente pubblicare i punti da attuare il prossimo 29 aprile. Con la consapevolezza che scontri potrebbero comunque sorgere, soprattutto sui tempi di attuazione.
La Commissione, dunque, come strumento identificato per sbloccare l’impasse: forte del bilancio 2011-2017 e della Tripla A della quale gode, potrà presentarsi sul mercato offrendo forti garanzie agli investitori, puntando a raccogliere almeno mille miliardi a interessi vicini allo zero che, sommati alle misure dell’Eurogruppo, andrebbero a delineare un pacchetto da 1.500 miliardi di euro per affrontare la crisi e aiutare ogni Paese a uscirne senza conseguenze catastrofiche. Condizione necessaria per l’attuazione del piano sarà l’accordo sul bilancio 2021-2027, sul quale i vari membri dell’Ue litigano da tempo.
Resta il nodo dei tempi: l’Italia e i Paesi più colpiti dalla crisi chiedono soluzioni rapide, ma dover preventivamente approvare il bilancio 2021 finirebbe per rallentare la procedura. Per questo le istituzioni insistono affinché gli Stati utilizzino, nel frattempo, il pacchetto dell’Eurogruppo, 540 miliardi tra prestiti Bei, fondo Sure per gli ammortizzatori sociali e Mes senza condizionalità per la spesa sanitaria. Tanti nodi da risolvere, nella speranza che si raggiunga almeno un’intesa di massima.
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