Diventato ormai un termine di uso comune, per “Millennials” si intendono i giovani nati tra il 1980 e la metà degli anni Duemila. Una generazione enorme, forse la più ricca di sfaccettature che abbia mai abitato questo mondo: i Millennials sono creativi, amanti della tecnologia, proiettati verso la carriera. E investono nel capitale umano più di quanto sia mai stato fatto prima. E se anche c’è chi li descrive pigri, è puro pregiudizio. Ma come approcciano al mondo del lavoro? cosa chiedono alle aziende?
Vogliono un piano di carriera chiaro e preciso.
Vogliono sapere cosa gli accadrà professionalmente. Devono avere parametri definiti e precisi in modo da conoscerli e condividerli. L’ambiente di lavoro ideale, innanzitutto, deve essere un luogo in cui le persone vengono valorizzate e riescono a sentirsi indipendenti da un lato e parte di una squadra dall’altro. Il fattore umano, le interazioni e le relazioni saranno sempre più importanti. Il mentoring, infatti, è sempre più popolare e apprezzato nelle nuove generazioni. Altrettanto fondamentale è l’attenzione al benessere dei dipendenti. Aree fitness e relax, presenza di psicologici e mental coach, spazi verdi, mensa che proponga un’alimentazione bilanciata sono tutti servizi che i lavoratori del futuro amano tantissimo.
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Formazione
La formazione e l’apprendimento continuo rappresentano un fattore di scelta determinante. I millennials scelgono aziende che investono sulla loro crescita professionale e non soltanto nel primo anno ma per tutta la loro permanenza in azienda. Difatto le aziende che hanno un vero e proprio programma di Talent Development sono tra le prime scelte dei migliori potenziali.
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I millennials amano la tecnologia
Per attirare i talenti più giovani, le aziende devono essere in grado anche di costruire un’infrastruttura tecnologica. “Tutti noi vogliamo utilizzare i nostri dispositivi mobili anche per il lavoro senza essere costretti a cambiare device ma ciò ovviamente richiede flessibilità di software e soprattutto un buon livello di criptatura dati, necessaria nel momento in cui quei dispositivi lasciano l’ufficio con sessioni di lavoro in standby” conferma Chris Barksdale, VP of Scripps Networks Interactive. I Millennials, infatti, sono attirati dall’intelligenza artificiale, ma al tempo stesso ne sono spaventati: temono che l’automazione possa “rubare” posti di lavoro. Per catturare l’attenzione dei Millennials occorre stimolarli in maniera dinamica.
L’essere cresciuti durante il processo di democratizzazione di Internet ha fatto sì che i Millennials crescessero come la generazione più informata e, di conseguenza, ha generato degli individui esigenti e consapevoli che chiedono sempre di più alle aziende, ai prodotti e al cibo. Più di qualunque altra generazione che li ha preceduti, i Millennials vogliono sapere come, dove e da chi viene prodotto ciò che acquistano e non esitano a confrontarsi con le aziende produttrici utilizzando i canali digitali a disposizione e, soprattutto, ricordarsi sempre che questa generazione, al contrario di tutte quelle che l’hanno preceduta, è la generazione del “noi”, del “di più”, dell’“adesso”.
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