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Millennials: rinunciano allo shampoo una settimana, piuttosto che smettere di usare il telefono

Qualcuno ti ha fatto notare che passi la maggior parte del tuo tempo a chattare, navigare in internet, inviare e-mail, usare le applicazioni e giocare con il tuo smartphone? Sei un “maniaco del cellulare” che vive sempre abbracciato al telefono, spesso ti addormenti con lui e appena apri gli occhi la prima cosa che fai è controllare eventuali messaggi o mail? Internet può diventare una malattia. La dipendenza dal cellulare è ormai conclamata. Con la diffusione degli smartphone si è anche diffusa una nuova dipendenza: la dipendenza da telefonino. In base alla quantità di tempo e fervore che dedichi a questi passatempi è possibile determinare se queste tue abitudini si stanno trasformando in un problema.

Un abuso del telefono cellulare può mettere a rischio la qualità delle tue relazioni personali e indurre una scarsa produttività nella tua vita di tutti i giorni. Eppure c’è chi adora il proprio smartphone tanto da essere disposti a rinunciare allo shampoo per una settimana, piuttosto che smettere di usare il proprio telefono. Un sondaggio condotto da un servizio telefonico basato su app Visible ha chiesto a 1.180 millennial una serie di “Preferiresti?” domande, per scoprire cosa sarebbero disposti a rinunciare per i loro smartphone. Lo ha rilevato uno studio, secondo cui i giovani non possono fare a meno delle app di messaggistica e trattano i dispositivi come estensioni del proprio corpo.

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Cosa saresti disposto a rinunciare per mantenere i privilegi dello smartphone per una settimana?

La maggior parte dei Millennials (i nati tra il 1981 e il 1995) e della Generazione Z (i nati tra il 1995 e il 2010) comunica più spesso digitalmente che di persona. I dati raccolti mostrano che il cellulare sta diventando una vostra e propria estensione delle persone, e che le piattaforme e le app che offre, la vita digitale, occupano più spazio nella vita dei giovani rispetto alle interazioni offline. I ragazzi amano il proprio smartphone. Tra gli intervistati, il 41% ha affermato che preferirebbe rinunciare allo shampoo per una settimana piuttosto che rinunciare al telefono per una settimana, in modo efficace il loro bisogno di rimanere in contatto con l’igiene personale. Allo stesso modo, altri risultati hanno mostrato che alcuni consumatori sono disposti a dare la priorità ai loro smartphone rispetto all’intrattenimento, agli oggetti personali e alla caffeina. I telefonini di nuova generazione possono essere strumenti di produttività straordinari, ma, se utilizzati in modo sbagliato, possono condurre addirittura a dipendenze patologiche.

Siete tra quelli che non si separano mai (ma proprio mai) dal cellulare? Di notte lo tenete sul comodino e appena aprite gli occhietti lo controllate in maniera ossessiva? Il telefonino è ormai una propaggine della vostra mano? Controllate di continuo mail, whatsapp, chiamate, etc? Bene se avete risposto sì a tutte le domande è molto probabile che anche voi siate affetti da nomofobia. È la paura incontrollata di rimanere sconnessi. Uno dei problemi da non sottovalutare è quello della dipendenza da internet o del timore di rimanere senza connessione meglio conosciuto come nomofobia.  La fobia di non avere accesso alle rete di telefonia mobile è una patologia recente dovuta all’utilizzo improprio del web e dei telefonini, soprattutto da parte delle giovani generazioni. Ad essa si affiancano altre due problematiche recenti come il cyberbullismo e la web addiction.

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E la generazione Z?

Intorno al 2010, i ragazzini hanno iniziato a passare il loro tempo in modo molto diverso dalle generazioni precedenti. Dopodiché, dal 2012 sono improvvisamente comparsi dei cambiamenti nel loro benessere mentale. Tutti questi ragazzini o giovani adulti hanno una cosa in comune: la loro infanzia e adolescenza sono state corrispondenti alla comparsa dello smartphone. Qualcuno li chiama Generazione Z quelli nati tra il 1995 e il 2010. Questa è la prima generazione a passare la propria adolescenza su uno smartphone. Ogni aspetto della loro vita è stato influenzato dall’essere cresciuti con uno smartphone, su internet, messaggiando con gli amici o sui social, per una media di sei ore al giorno, così da avere poco tempo libero per qualsiasi altra cosa.

Come, ad esempio, andare in giro con gli amici, un tempo attività tra le preferite dai ragazzi. Che si tratti di andare a una festa, o in un centro commerciale, guardare un film, o girare senza meta. La maggior parte dei ragazzi partecipano alle attività sociali in misura molto minore dei loro predecessori Millennial. Dal 2012, la depressione, l’ansia e la solitudine sono schizzate verso l’alto, mentre la felicità diminuiva. Il tasso di suicidi è aumentato di oltre il 50%, così come il numero di adolescenti con depressione a livelli patologici. Risulta che i giovani che passano più tempo sugli schermi sono meno felici e più depressi, e quelli che passano il loro tempo con gli amici sono più felici e meno depressi.

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Il telefono come una necessità

Viste le capacità degli smartphone di oggi, non sorprende enormemente il fatto che i consumatori siano disposti a dare loro la priorità rispetto a dieci anni fa. Ma questi risultati, in particolare quelli sulle abitudini che ci vengono insegnate sono fondamentali sin dalla tenera età , sono uno sguardo interessante su come una generazione che ha vissuto con gli smartphone per tutti o la maggior parte della loro vita adulta vede i propri dispositivi mobili come necessità nel lusso .

Per essere chiari, un uso moderato dello smartphone e dei social media, fino a un’ora al giorno, non causa problemi di salute mentale. Tuttavia molti ragazzi (e adulti) passano molto più tempo sul loro telefono di quanto dovrebbero. La prossima volta che ti ritrovi a giocarellare con il tuo smartphone, prova a ricordarti di essere “presente”, osserva ciò che ti circonda e le persone con cui sei assieme, insomma, ricordati di essere qui ed ora. La tua mente lo apprezzerà, ma anche chi ti sta attorno. Va bene che stare al telefono ci piace, ci diverte, ci rilassa. Però ogni tanto mettiamolo un po’ giù il cellulare e proviamo a vivere. Da quel che si dice non è poi tanto male…

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