Enrico Bondi, ex commissario per la revisione della spesa pubblica che nel gennaio 2013 si dimise in polemica con il governo, torna nuovamente in campo con l’obiettivo di sempre: individuare le spese da tagliare.
Due le novità: Bondi svolgerà il suo incarico a titolo gratuito, mentre questa volta le sue forbici avranno il potere di tagliare esclusivamente al solo ministero per lo Sviluppo Economico, ora presieduto da Carlo Calenda.
‹‹Ho chiesto a Bondi di aiutarmi come consulente e lui ha accettato››, rivela il neoministro parlando nella sua prima apparizione pubblica dal palco dell’Assemblea di Confindustria. ‹‹Stiamo mettendo in atto un piano strategico del nuovo ministero che sarà pronto entro settembre, e che si affiancherà a un più ambizioso piano industriale per l’Italia››, avverte Calenda durante il suo discorso.
Ma il ministro – che sostituisce Federica Guidi – intende cominciare proprio con il riorganizzare il suo ministero dentro cui ci sono ‹‹spese inutili e dei progetti chiave che invece sono privi di risorse››. A questo proposito Calenda promette di voler verificare ogni singolo incentivo per far sì che venga erogato solo su attività che possano produrre frutti, e fa notare alla platea: ‹‹Per voi questo principio è normale, è normale per una azienda. Ma vi assicuro che per il ministero è una rivoluzione››.
Sul futuro del Mise, invece, Calenda è molto chiaro: in primo luogo lavorerà per investire negli Stati Uniti laddove è certo che si possano recuperare 10 miliardi di euro, ed in secondo luogo è convinto che la sua mission mirerà a difendere le imprese italiane ‹‹e non l’italianità››. Sul fronte degli investimenti guarda con favore alla banda larga, ma al tempo stesso chiude le porte agli incentivi per le energie alternative che, afferma, ‹‹sono sempre stati pagati fuori misura. Una follia››.
Viviana Bottalico