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Il mistero della mega città abbandonata. “Techno, lusso e green”, un flop da 100 miliardi di dollari. “Il solo pensiero di tornarci mi fa venire la pelle d’oca”

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Nel mondo esistono misteri di difficile spiegazione. A volte riguardano il paranormale, altre volte invece si tratta di previsioni errate di chi si lancia in imprese sensazionali che si rivelano un flop. Quello che è successo a Forest City, avveniristica, ultratecnologica, super ecologica megalopoli progettata dallo studio giapponese Sasaki, supera ogni immaginazione. Anche perché per il progetto sono stati spesi molti soldi, una cifra difficile da immaginare per i comuni mortali: 100 miliardi di dollari. Ora questa imponente “meraviglia”, immersa in un paesaggio da sogno e dotata di impianti tecnologici di avanguardia, è praticamente disabitata. Progettata per ospitare 700.000 abitanti, ora presenta un paesaggio spettrale con una lunga fila di torri residenziali fino a 35 piani completamente vuote. Non esattamente quello che viene in mente quando si parla di “città fantasma”. Cos’è successo dunque per creare quello che probabilmente è uno dei più giganteschi flop immobiliari della storia?
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Innanzitutto, il luogo scelto per costruire Forest City dal consorzio che nel 2016 si è lanciato nell’impresa: una joint venture tra Esplanade Garden Holdings (sostenuta dal governo malese con il 40% delle quote) e la cinese Country Garden (60%). Situata in Malesia, su un’isola artificiale nello Stretto di Johor, a poca distanza da Singapore, Forest City avrebbe dovuto essere un vero e proprio paradiso digitale e vegetale, tutto incentrato sulla “filosofia techno-green” e il “verde verticale”. Oggi invece è un gigantesco deserto “abitato” da sole 2.000 persone, compresi i lavoratori che si occupano della manutenzione dell’area. Un deserto di strade, viali, negozi, appartamenti: tutto vuoto e abbandonato. Non da Country Garden, che dopo questo pazzesco flop si trova in difficoltà finanziarie. Insieme al governo malese, spera di poter in qualche modo rilanciare il progetto. Ma l’impresa appare disperata.

La testimonianza di un ex residente di Forest City

La BBC qualche mese fa ha intervistato un ingegnere informatico 30enne, ex residente di Forest City, che aveva comprato un appartamento al trentesimo piano di un grattacielo affacciato sul mare. “Non mi importava della caparra e dei soldi, volevo solo scappare“, ha dichiarato l’uomo. “Il solo pensiero di tornare lì, in una città deserta senza forme di vita o abitanti, mi fa venire la pelle d’oca“.

Perché, dunque, un luogo che sembra davvero un paradiso futuristico versa in queste condizioni? Semplicemente, perché questo “luogo da sogno alla portata di tutti” in realtà era progettato per gente che si poteva permettere i prezzi altissimi di vendita e di manutenzione. E convincere 700.000 persone facoltose a trasferirsi in un luogo così distante da tutto, in una nazione politicamente instabile, si è rivelata un’utopia insostenibile. Aggiungiamo noi: non era così difficile prevederlo. Ma si sa, i paladini del green e della tecnologia portati all’estremo vivono in un mondo tutto loro. Che non è quello di chi deve campare una famiglia con un normale stipendio.

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