Ormai il mobile payments sta prendendo sempre più piede nella nostra vita di ogni giorno. L’ultima novità in tal senso è rappresentata dalla possibilità di pagare sanzioni, tasse e servizi amministrativi facendo leva sullo smartphone.
A rendere possibile tutto ciò sarà Satispay, un’app interamente italiana per i pagamenti in mobilità che è entrata nell’orbita di PagoPA, il sistema unificato per i pagamenti della Pubblica Amministrazione.
Grazie a questa novità, quindi, sarà possibile dare vita ad una lunga serie di operazioni senza doversi recare presso gli sportelli dell’ente interessato eliminando così le conseguenti code.
Come funziona
In pratica una volta che la corrispondente pagina di pagamento avrà emesso l’importo totale che occorre pagare, non resterà che selezionare la corrispondente voce per il mobile payments relativa a Satispay e immettere il numero del cellulare da cui partirà il pagamento, attendendo l’arrivo della conferma.
Una volta terminato il versamento arriverà una comunicazione di posta elettronica a confermare l’operazione. Il tutto al modico prezzo di 0,20 centesimi, ovvero la commissione applicata per il pagamento tramite Satispay, che però diventerà effettivo solo il prossimo anno, mentre per quello in corso le operazioni saranno del tutto gratuite.
Si tratta naturalmente di un accordo molto importante per Satispay, considerato come attualmente gli utenti iscritti al servizio ammontino a 220mila, mentre i negozi in cui può l’app dedicata può essere usata oltrepassino quota 27mila lungo tutta la penisola.
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Il mobile payments in Italia
Qual’è la situazione del mobile payments nel nostro Paese? Per capirlo meglio si può ricorrere ad uno studio elaborato dal Politecnico di Milano, precisamente dall’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management dell’istituto meneghino.
In base ai dati resi noti dai ricercatori milanesi in Italia sarebbero sempre di più gli esercenti disposti ad accettare pagamenti tramite smartphone, dando così modo ai consumatori di poter usare uno strumento che è del resto d’uso comune.
La tendenza italiana segue quindi un trend mondiale, che sembra indicare proprio nel mobile payments il mezzo di pagamento del futuro.
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Non solo Satispay
Va peraltro sottolineato come il nostro Paese non vanti solo Satispay tra i servizi per il pagamento in mobilità. Ad esso si è infatti affiancato Jiffy, il servizio di mobile payments tra persone che a partire dal 2016 ha iniziato a coinvolgere anche i piccoli esercenti.
Si tratta di un’applicazione che fa leva su un meccanismo estremamente semplice, tale da spingere gli esperti a definirlo una specie di WhatsApp del comparto. A permettere la sua notevole crescita è stato in particolare l’accordo intercorso con una serie di istituti bancari, più di 50, che hanno messo a disposizione le proprie app di mobile banking.
Il primo istituto a puntarci con forza è stato Intesa SanPaolo, che ha varato JiffyPay, ma l’azienda è ora presente anche in Germania e promette di crescere ancora.
A rendere sempre più probabile la sua scalata è in particolare la rispondenza ai requisiti imposti dall’European Retail Payment Board (ERPB), ormai protesi allo stabilimento di una soluzione unica in grado di agevolare i pagamenti in mobilità agli oltre 400 milioni di cittadini dell’Unione Europea che vantano il possesso di un conto corrente.
Per poterlo fare diventa appunto necessario trovare uno standard condiviso in grado di permettere trasferimenti di denaro in maniera facile e immediata.
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