La moda cheap è il prossimo campo di espansione di Amazon. Jeff Bezos non si accontenta dei successi inanellati e decide quindi di allargare il suo raggio d’azione con Amazon Moda, dando seguito alla capsule collection varata nel maggio scorso. Se allora si era trattato di una sorta di esperimento, ora però la collezione si è allargata a circa 500 capi, che saranno oggetto di un intenso lancio promozionale lungo tutto il territorio continentale, oltre che sui social media.
Un processo graduale, ma inesorabile
Amazon è arrivato a poco a poco alla moda cheap, mediante un graduale processo iniziato a metà del 2014. Il logico corollario di questo processo è la sfilata dei pezzi creati in partnership con Nicopanda, che ha già destato una certa curiosità, derivante dal suo carattere di moda veloce, che sarà a disposizione della clientela in meno di un’ora, facendo leva su Prime Now, ovvero il servizio di Amazon che punta sulla massima rapidità. A fare da base per l’esperimento sarà Milano con il suo hinterland, e proprio i risultati dovranno dimostrare il senso dell’operazione.
L’entrata in un settore estremamente affollato e nel quale si confrontano attori rilevanti, come quello della moda, in particolare online, potrebbe preludere ad una vera e propria guerra commerciale in cui il concetto di fast fashion potrebbe giocare un ruolo decisivo.
Leggi anche: Scarpe innovative: ecco le calzature che cambiano quando decidi tu
L’importanza di essere Amazon
Proprio la piattaforma, ormai oliata in ogni ingranaggio, potrebbe in effetti garantire a Amazon una rendita di posizione in cui non entrerebbe solo la moda cheap, ma l’intera proposta di un player universale, capace di offrire praticamente di tutto.
In questo scontro, il gigante diretto da Bezos potrebbe ritrovarsi a concorrere non solo con Google Shopping, ma anche coi portali che puntano sul comparto medio basso della moda, a partire da Zalando. Il risultato di questa scelta, però, potrebbe ripercuotersi a livello di qualità, in quanto si tratta di un segmento in cui la bontà del prodotto viene spesso sacrificata ad una disponibilità economica abbastanza limitata.
Per potersi accreditare in questo comparto, Amazon Moda dovrà perciò cercare di accreditarsi in qualità di marchio universale, in modo da dare vita ad una proposta inclusiva, per arrivare alla quale sarà appunto necessario cercare di raggiungere un punto medio che contrasta clamorosamente con la tensione della fashion a costruire una diversità tra stili.
Leggi anche: Benetton e la concorrenza dei marchi low cost: tutta colpa del clima
Anche Zara e H&M devono temere?
La moda cheap di Amazon andrà a concorrere con chiunque venda moda online, ma non tutti coloro che lo fanno hanno per ora ragione di temerne l’attacco. Se Zalando potrebbe scontare la concorrenza del gigante distributivo, molto minori potrebbero essere le conseguenze per Zara e H&M, impegnate nel cercare di promuovere un’idea di qualità, che magari sarà solo illusoria, ma che al momento riesce a calamitare un gran numero di consumatori.
Mentre non dovrebbero avere problemi la grandi case, quelle che sono in grado di proporre un prodotto più elitario, nel quale l’idea democratica di moda portata avanti dalle catene lascia il posto ad un’idea in cui proprio la differenza si trasforma in un valore aggiunto.
In particolare non dovrebbero temere l’attacco della moda cheap di Amazon le maison che guardano al Made in Italy e che continuano a proporre un’idea di moda che vede nel dettaglio in grado di creare l’unicità di un capo il proprio punto di forza. Un’idea di moda esclusiva e tesa a marcare la differenza che sembra destinata a rinsaldare le sue posizioni nell’immediato futuro.
Leggi anche: High Street inglesi: come sopravvivere all’e-commerce