Mogol, il celebre paroliere italiano noto per il leggendario sodalizio con il compianto Lucio Battisti, ha recentemente pubblicato un nuovo libro intitolato “La Rinascita“. In questo saggio, Mogol offre consigli su come vivere in modo armonioso e duraturo, integrando corpo, mente e spirito, senza timore della morte. In un’intervista con Antonio Polito per Sette – Corriere della Sera, l’artista ha dichiarato: “Io credo nell’Aldilà. È più difficile nascere che morire. Essendo credente, sono sereno. Confido che Dio mi accoglierà. Se poi dovrò trascorrere qualche anno in Purgatorio, va bene, lo farò”.
Durante la lunga chiacchierata con Polito, Mogol, il cui vero nome è Giulio Repetti, ha condiviso i suoi metodi per mantenersi in forma, tra cui una frequente attività in palestra. “Dopo la guerra,” racconta Repetti, “mia madre mi ha dato così tanta carne rossa che mi ha ostruito le arterie. È stato il mio unico errore alimentare. Ora, con 4 bypass, sto meglio di prima”.
Il benessere fisico e mentale, insieme al tema della morte, sono ricorrenti nella conversazione con Polito. Mogol ha rivelato la storia dietro due delle sue canzoni dedicate alla morte. La prima, “Dormi Amore,” è una ballata toccante scritta per la moglie Daniela Gimmelli, immaginando come potrebbe tornare a farle visita dopo la sua dipartita. La seconda canzone, “Arcobaleno,” ha una storia particolare legata a Lucio Battisti. Repetti ha raccontato che, dopo la morte di Battisti, due persone sconosciute tra loro, una delle quali una medium, gli hanno riferito di aver ricevuto messaggi dallo spirito di Battisti. Questi messaggi avrebbero chiesto a Mogol di scrivere una canzone d’addio che Battisti non aveva avuto il tempo di realizzare. Grazie a una melodia composta dall’amico Gianni Bella, Mogol ha scritto il testo di “Arcobaleno,” considerandola una sorta di ultima collaborazione con Battisti. “Non rischio l’Aldilà per una bugia,” ha detto Repetti.
Riguardo a come si immagina nell’Aldilà, Mogol risponde poeticamente: “Come un espandersi, una dissolvenza della Natura, un identificarsi in essa”. Ha anche menzionato un grande progetto in corso con Riccardo Cocciante: un’opera musicale sulla vita di San Francesco, ancora in fase di sviluppo. “Riccardo è un genio della nostra musica,” dice Repetti. “La sua Notre-Dame de Paris è lo spettacolo musicale più eseguito nel mondo”.
Tra i grandi musicisti che hanno segnato la sua carriera, Mogol ricorda Luigi Tenco, a cui aveva consigliato di non partecipare a Sanremo l’anno della sua tragica morte, Mango, descritto come una “persona dolcissima e artista di livello mondiale”, e Gianni Bella, “straordinario musicista purtroppo colpito da un ictus che gli ha tolto la parola”. L’ultima riflessione è dedicata al figlio Alfredo, anch’egli paroliere di successo, presente a Sanremo con tre canzoni quest’anno. “Sono un uomo fortunato,” conclude Mogol. “Amato e protetto. Perché non riconoscerlo e ringraziare ogni giorno il Signore?”.