Sta facendo molto discutere la decisione della Fifa di vietare ai giocatori delle 32 nazionali che partecipano ai Mondiali di calcio che si stanno svolgendo in Qatar di indossare la fascia con la scritta ‘One love’ per sostenere i diritti delle perone lgbtq+. Chi dovesse presentarsi con quella fascia verrebbe ammonito automaticamente. E così la protesta sembra rientrata prima ancora di svolgersi. Ma la battaglia per i diritti non spaventa Vladimir Luxuria che incita i giocatori dei Mondiali a ribellarsi.
“I giocatori dovrebbero rischiare l’ammonizione, sarebbe davvero un grandissimo segnale, non si può sottostare a questa censura in barba alla Fifa e in barba al Qatar. – dichiara Vladimir Luxuria intervistata da Adnkronos – Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, ha detto di sentirsi gay. Ma un conto è sentirsi gay per il tempo di una conferenza stampa, protetto dal suo ruolo di presidente, altro è esserlo in quella nazione. La decisione della Fifa dimostra che Infantino in conferenza stampa è stato assolutamente ipocrita”, affonda il colpo l’ex parlamentare.
“In Qatar, secondo l’articolo 296 del codice penale fortemente influenzato dalla sharia, chi è gay rischia anni di carcere e rischia di essere frustato. – spiega Vladimir Luxuria – Una come me non potrebbe andare neanche allo stadio se l’Italia fosse stata ammessa, perché in Qatar non si consente assolutamente la transizione. In un Paese dove i diritti umani vengono continuamente violati si poteva lanciare almeno questo segnale. Per non parlare delle migliaia di lavoratori morti. I piloni di quegli stadi trasudano il sangue di quelli che ci ha rimesso la vita per costruirli”.
“Visto che già la Fifa ha scelto il Qatar ed è già una cosa grave perché lo sport, che dovrebbe distrarre dalla noia e dai fatti quotidiani, diventa un anestetico sui diritti umani, si poteva cercare almeno di smuovere le acque di un paese dove la comunità lgbt è assolutamente invisibile. Pensa che iniezione vitale avrebbe potuto avere la comunità lgbt sapendo che qualcuno aveva un segno visibile”, conclude così la sua intervista Vladimir Luxuria.
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