Abbiamo incontrato Valentina Bacchettini, CEO di Wisepower srl. Dopo un lungo percorso accademico e professionale in campo economico, la startup Wisepower è stata la sua prima esperienza nel settore tecnologico. Ha accettato la sfida grazie ai soci fondatori, che l’hanno voluta con determinazione. Dal canto suo ha messo passione, impegno e studio per affrontare il progetto con competenza.
WISEPOWER srl è una startup che si rivolge alla progettazione e alla prototipazione di una nuova classe di generatori di energia, indirizzata verso dispositivi mobili. Wisepower nasce infatti come spin-off del dipartimento di fisica dell’Università degli studi di Perugia all’interno del laboratorio NIPSlab.
A BUSINESS.IT Valentina ci parla del suon lavoro e di cosa significa essere donna in un settore come quello tecnologico, a maggior percentuale maschile.
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Come nasce Wisepower e come sei diventata CEO di questa startup?
La startup è nata dalla lungimiranza di Luca Gammaitoni e Helios Vocca, entrabi professori all’Università di Perugia. Si trattava di una sorta di spin-off dell’attività di laboratorio che ha visto la luce nel 2007 ma senza alcuna attività fino al 2013. É stato proprio cinque anni fa che mi hanno nominato Amministratrice unica e da lì è partita la mia esperienza come Ceo di Wisepower.
É stata dura?
Sì, ma anche molto gratificante. Ho dovuto riprendere in mano i libri e formarmi sulla fisica di cui sapevo molto poco, avendo un background di economia. Mi è servito molto però, ho imparato tante cose, anche a destreggiarmi su più fronti visto che all’inizio ero completamente sola. Ma Wisepower mi ha attirato subito per l’innovazione che mostrava: un nuovo approccio per risolvere i bisogni energetici dei dispositivi elettronici mobili, che va dall’estrazione di energia dall’ambiente solo quando e dove è necessario. É stata una sfida vinta su tutta la linea, ho imparato molto e sono cresciuta mettendo a disposizione dell’azienda tutte le mie competenze. Infatti, avendo un dottorato sulla internazionalizzazione delle PMI e un’esperienza maturata all’interno di Angelantoni Industrie (energie rinnovabili), ho messo al servizio di Wisepower ciò che potevo, imparando ogni giorno qualcosa in più. Inizialmente eravamo infatti più orientati sulla consulenza e ci proponevano per trovare soluzioni innovative alla richieste della aziende più grandi. Non avendo nessun finanziamento abbiamo dovuto inventare prodotti che generassero almeno qualche introito.
Si tratta di un badge elettronico senza batteria e completamente autonomo, che ha portato alla costituzione di una società con base a Miami che si occupa della sua commercializzazione negli States.
Ma Wisepower è molto di più: continua a sviluppare tecnologie innovative legate alla conversione dell’energia. Grazie ai nostri studi, le energie vibrazionali vengono raccolte e poi convertite in energia elettrica al fine di alimentare dispositivi elettronici utilizzati nel settore del monitoraggio strutturale e dell’automazione industriale. Con questa innovazione abbiamo vinto numerosi premi a livello nazionale e internazionale, affermandoci come un punto di riferimento del settore insieme al laboratorio di ricerca dell’Università di Perugia da cui siamo nati.
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É stato difficile farsi largo in questo settore? Ci sono state discriminazioni in quanto donna?
Non direi. Fin dall’inizio ho percepito totale fiducia nei soci che mi hanno nominata CEO, fiducia che mi ha portato ad impegnarmi ancor più. Mi sono sentita supportata e coinvolta nello sviluppo di una realtà tanto innovativa, non posso dire di aver trovato difficoltà perché sono una donna.
Secondo la sua esperienza perché il settore tecnologico è ancora prettamente maschile?
Probabilmente per una questione di formazione e di competenze pregresse. Oggi la percentuale femminile che sceglie materie scientifiche all’Università come Fisica è ridotta rispetto a quella maschile, per questo tende anche a trovare meno occupazione successivamente. Ammetto che occorre grande passione oltre ad una forte predisposizione.
Eventi come la Female Founders Dinner di SheTech Italy possono contribuire a cambiare il trend?
Certo, rappresentano occasioni di confronto professionale oltre che personale. Uno scambio con quelle che definisco le “mie colleghe” è utile e fruttuoso sotto molti punti di vista: possono essere complementari per me, perché è possibile stabilire anche rapporti collaborativi. Serate come Female Founders Dinner rappresentano dei facilitatori sociali, sottolineando che sono presenti anche uomini dove appunto si parla di competenze e qualità della persona, al di là del genere.
Come possiamo imparare ad includere la parte femminile nel settore tecnologico?
Penso che tutto parta dalla formazione, scolastica e culturale. Dobbiamo essere noi le prime ad ostacolare certi tipi di comportamenti che limitano le bambine e le ragazze anziché avvallarli. Io non vedo questa difficoltà di inserimento nel settore tecnologico, piuttosto si tratta di una scelta da fare a priori e di assecondare una predisposizione. Competenza e qualità faranno il resto.
L’Intelligenza Artificiale soppianterà il lavoro dell’uomo? Le nuove tecnologie creeranno lavoro o lo sostituiranno?
Non nutro timori a riguardo, anzi credo che aumenteranno le nuove professioni in ambito I.A. I programmi vengono effettuati da esseri umani, non esiste l’intelligenza artificiale senza il lavoro dell’uomo, quindi ho totale fiducia.
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