Vai al contenuto

Mario Monti e il piano per l’Italexit. Clamorose rivelazioni: “Eravamo pronti a tornare alla Lira”. C’era un accordo con altri Paesi, ma Mattarella…

Monti Italexit Lira Mattarella

Il libro di Mario Monti, “Demagonia”, pubblicato dall’editrice Solferino, rappresenta una vera e propria bomba mediatica. Le rivelazioni contenute in questo volume gettano una luce nuova e inaspettata sulla recente storia politica italiana. Monti, ex Premier, ha infatti svelato che nel 2018 erano in corso trattative per tentare di far uscire l’Italia dall’Euro. Questa clamorosa informazione è stata riportata dal Fatto Quotidiano.
Leggi anche: Mario Monti bacchetta la Meloni: “Ci sono casi in cui il silenzio è più utile”

Il racconto di Mario monti

Secondo Monti, Ignazio Visco della Banca d’Italia aveva preparato un piano di emergenza per il ritorno alla Lira, nel caso in cui la situazione finanziaria sui mercati fosse diventata insostenibile. A maggio 2018, Paolo Savona, che stava per diventare ministro dell’Economia del governo gialloverde, pubblicò alcune slide su un sito Eurocritico dove spiegava la possibilità di una Italexit e del ritorno alla Lira.

Intervenne quindi Mattarella, bloccando la nomina di Savona perché, secondo il Quirinale, con lui al dicastero dell’Economia, “il rischio dell’Italexit” sarebbe stato praticamente inevitabile. Fu dunque la decisione del Presidente della Repubblica a bloccare ogni possibilità di uscita dell’Italia dall’Europa. Tuttavia, Monti svela un altro retroscena nel suo libro. Già nel 2012, incontrò l’allora Presidente Francese, Hollande. “Ci confrontammo in modo franco”, ha raccontato Monti, “chiedendo cosa avrebbe fatto la Francia se l’Italia fosse stata costretta a uscire dall’Euro”.

Monti voleva capire se Parigi avrebbe scelto di perdere prestigio, uscendo dall’Unione Europea e seguendo l’Italia nel ritorno alle monete nazionali, oppure se avrebbe preferito perdere competitività mantenendo l’Euro e affrontando la concorrenza dei prodotti italiani prezzati in una Lira svalutata. Dopo un po’ di tempo, arrivò la risposta di Hollande: la Francia avrebbe seguito l’Italia. “L’intesa”, continua Monti, “era che ci saremmo riferiti a quei piani solo come a un progetto nel cassetto. Per fortuna non c’è mai stato bisogno di aprirlo”.

Queste rivelazioni evidenziano la volontà di Monti di mantenere l’Italia nell’Euro, ma anche un fatto cruciale: l’Italia fuori dall’Euro sarebbe stata vista come un pericoloso avversario. La nostra posizione sui mercati commerciali si sarebbe infatti rafforzata al punto da spingere persino la Francia a considerare un’uscita dalla moneta unica europea. Ora sappiamo che nel 2012 e nel 2018, l’Italia si è trovata per due volte a un bivio fra le politiche di austerity e il “piano B” prospettato prima da Monti e Hollande, poi da Savona. E che uscire dall’Euro forse non sarebbe stata una sciagura come sostenuto dal mantra europeista. Perché un’altra soluzione era possibile. Ma Mattarella non era d’accordo.