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Morte per Covid in una RSA: il tribunale ordina un maxi risarcimento alla famiglia della vittima

Un importante precedente giudiziario è stato stabilito dal Tribunale di Padova, che ha riconosciuto un significativo risarcimento a favore della famiglia di un uomo deceduto per Covid-19 all’interno di una residenza sanitaria assistenziale (RSA) nell’Alto Canavese. La decisione, emessa dalla seconda sezione civile del tribunale, riguarda la morte di un 82enne di Caluso (Torino), avvenuta durante la seconda ondata della pandemia, nell’autunno del 2020.

L’uomo aveva contratto il virus all’interno della RSA, gestita da una società con sede a Padova. Il giudice Roberto Beghini ha condannato la struttura a pagare un risarcimento superiore a 500.000 euro, in favore della moglie e del figlio della vittima. I familiari, assistiti dall’avvocato Giacomo Vassia del foro di Ivrea, hanno ottenuto rispettivamente 259.327 euro per la vedova e 252.375 euro per il figlio. Questa sentenza segna un momento storico, poiché è la prima che riconosce il risarcimento per la perdita di un familiare a causa del Covid in una casa di riposo.

Il contagio e le responsabilità della struttura

Il Tribunale ha stabilito che l’infezione da Covid-19 è stata contratta dall’uomo all’interno della struttura. La ricostruzione dei fatti ha evidenziato come il virus circolasse già all’interno della RSA dal 15 novembre 2020, e l’82enne era risultato positivo al tampone molecolare il 20 novembre. Nonostante il test positivo, il paziente non ha ricevuto alcuna visita medica per oltre 58 ore, e non vi è traccia di controlli diagnostici significativi fino al 25 novembre, un giorno prima del suo decesso.

L’uomo, affetto da gravi patologie e con un quadro clinico aggravato dal decadimento cognitivo, è deceduto per insufficienza cardio-respiratoria conseguente all’infezione da Covid-19. La mancanza di cure tempestive e l’assistenza inadeguata hanno giocato un ruolo cruciale, riducendo le sue possibilità di sopravvivenza del 25%, secondo quanto accertato dal giudice. La sentenza evidenzia infatti una condotta sanitaria caratterizzata da “negligenza marcata” da parte del personale della struttura.

Un caso esemplare per la giustizia

Dopo tre anni di indagini, perizie e testimonianze mediche, il tribunale ha stabilito la responsabilità della casa di riposo, sottolineando come la mancata vigilanza e la scarsa assistenza abbiano contribuito in maniera determinante al tragico esito. In particolare, è stato evidenziato che il paziente, vulnerabile e incapace di comunicare il proprio stato di salute, non ha ricevuto le cure adeguate per gestire la sua condizione di Covid positivo.

La sentenza rappresenta un punto di riferimento importante per i futuri casi di risarcimento legati alla pandemia e alla gestione dei pazienti nelle strutture sanitarie durante l’emergenza Covid-19.

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