All’età di 90 anni si è spento Marco Formentini, sindaco di Milano dal 1993 al 1997 con la Lega Nord, eletto durante lo scandalo di Tangentopoli che aveva spazzato via la politica della cosiddetta Prima Repubblica. Un trionfo storico, il suo: era la prima volta che, con la nuova legge elettorale, il primo cittadino veniva scelto direttamente dagli elettori sulla scheda. Nato a La Spezia nel 1930, Formentini aveva partecipato alla Resistenza come vedetta partigiana nella sua città, a 14 anni. Di idee socialiste, era poi diventato libero professionista nel settore finanziario.
Negli anni Novanta l’ingresso nella Lega Nord, con la quale era poi stato deputato nel 1992. Nel 1993 la travolgente vittoria della Lega Nord e di Formentini alle elezioni comunali milanesi del dopo Tangentopoli. La Lega nell’occasione divenne primo partito in città con oltre il 40% dei voti. Formentini sconfisse al secondo turno il candidato di centrosinistra Nando Dalla Chiesa e governò Milano con un monocolore della Lega, forte di 36 consiglieri comunali (tra cui il giovanissimo Matteo Salvini) grazie al premio di maggioranza.
Tra gli episodi che segnarono il mandato di Formentini, lo scontro in strada tra i militanti del centro sociale Leoncavallo e le forze dell’ordine in seguito allo sgombero della sede storica al Casoretto. Il sindaco scelse le metrotranvie al posto delle metropolitane sotterranee per lo sviluppo dei trasporti cittadini, anche se portò a termine la realizzazione della M3, e decise di non trasferire la Fiera fuori città (cosa che si sarebbe poi verificata successivamente), costruendo invece i nuovi padiglioni al Portello.
“Marco Formentini è stato un uomo politico di cui Milano può essere orgogliosa”, ha scritto il sindaco di Milano Beppe Sala su Facebook: “Partigiano, cuore socialista, segretario della giunta della Regione Lombardia di Piero Bassetti, aderisce alla Lega in un percorso di continua ricerca di nuove soluzioni politiche per il nostro Paese. Nel 1993 diventa il primo sindaco di Milano eletto direttamente dai cittadini milanesi. La sua giunta sperimentò una scelta di figure per lo più indipendenti dallo schieramento dei partiti. Ebbe una navigazione non semplice, chiese e ottenne l’appoggio della sinistra per concludere il suo mandato”.
“Da parlamentare europeo, aderì alla Margherita (in Europa “I Democratici”), portando la sua esperienza e la sua visione anche nell’alveo del centro sinistra. Lasciò in eredità la pedonalizzazione dal Duomo a San Babila, la linea 3 della metropolitana e il primo progetto della linea 4. Ma soprattutto, dopo uno dei momenti più critici della storia di Milano del dopoguerra, seppe farsi apprezzare per quelle doti umane che un sindaco non deve mai dimenticare di esercitare nei confronti dei suoi cittadini. Grazie, Marco. Non ti dimenticheremo”.
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