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È morto Andrea Camilleri. Quando Salvini gli disse: “Non ha argomenti, ripete ritornelli”

È morto Andrea Camilleri. Se ne è andato a 93 anni uno dei più grandi scrittori e intellettuali di sempre. Ha sempre continuato a scrivere, a dispetto degli anni e della malattia, lasciandosi guidare sulla pagina bianca dalla sua fedele assistente, Valentina Alferj, depositaria della lingua e dei segreti di Montalbano. Era il ’94 quando Sellerio portava in libreria “La Forma dell’Acqua”, primo romanzo della serie incentrata sulle indagini del commissario siciliano.

Romanzo dopo romanzo, ne sono usciti trenta, Montalbano – di cui Camilleri parlerà sempre come se fosse vero e vivente, quasi un suo alter ego – ebbe così tanto successo da spingere nel territorio del giallo anche chi, prima di lui, non aveva alcuna dimestichezza con il genere.

Camilleri si interrogava sull’Italia e rispondeva senza sottrarsi ai temi politici più scottanti. Recentemente aveva criticato Matteo Salvini per il suo comizio con il rosario, sollevando uno scandalo tra quanti vorrebbero che uno scrittore si limitasse ai suoi romanzi, ma confermando quello che i suoi lettori sanno da sempre: il maestro scriveva e diceva solo ciò che pensava. E senza alcun rispetto il ministro dell’interno replicò: “Scrivi che ti passa“.

Era da qualche mese che Andrea Camilleri ripeteva di avvertire in Italia un clima simile a quello del fascismo, e lui può dirlo visto che c’era. A Radio Radicale lo scrittore siciliano aveva dichiarato: “È tutto un gran tornare indietro. Torna indietro, torna indietro e arriveremo finalmente al ’22, che è quello a cui segretamente tanti politici aspirano. Mi creda, ho 93 anni e ho conosciuto i gerarchi fasciscti. Salvini sarebbe stato un meraviglioso federale di Mussolini”.

Parole dure, certamente non nuove. Il paragone Salvini-Mussolini era già stato tirato in ballo, non tanto sulla reale somiglianza tra i due, ma per quello scommettere sul peggio degli italiani che il leader della Lega incarna per Camilleri. Al centro di questo “peggio” che Salvini tirerebbe fuori dagli italiani, c’è il tema dei migranti.

Lo scorso gennaio aveva infatti  commentato lo sgombero avvenuto al centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto, alle porte di Roma, di più di 500 migranti: “Non in nome mio. Questa è un’ossessione, rendetevene conto. Io mi rifiuto di essere un cittadino italiano complice di questa nazista volgarità”. Ci mancherai tanto, maestro.

 

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