
George Foreman, un vero pilastro nel mondo del pugilato, si è spento all’età di 76 anni. La triste notizia è stata comunicata dai familiari attraverso un post sul suo profilo Instagram ufficiale: “È con grande dolore che annunciamo la perdita del nostro caro George Edward Foreman Sr, che ci ha lasciati pacificamente il 21 marzo 2025, circondato dalle persone amate”.
Il 30 ottobre 1974, Foreman entrò nella storia con una delle sfide più memorabili: il famosissimo “Rumble in the Jungle” contro Muhammad Ali a Kinshasa, nello Zaire. All’epoca, Foreman era un pugile imbattuto, temuto per la sua straordinaria potenza, ma Ali lo superò con la celebre strategia del rope-a-dope, portando a una sconfitta che segnò una svolta nella sua carriera.
Nonostante quella caduta, Foreman fece un ritorno trionfale venti anni più tardi. Nel 1994, a 45 anni, conquistò di nuovo la scena mondiale diventando il campione dei pesi massimi più anziano di sempre, battendo Michael Moorer e riottenendo i titoli WBA e IBF. La sua impresa fu considerata un autentico miracolo sportivo, dimostrando una determinazione unica.
Nato in Texas nel 1949, Foreman era ammirato non solo per le sue doti sul ring, ma anche per il suo spirito fuori dal mondo dello sport: divenne un pastore protestante, un imprenditore di successo grazie alla popolare linea di grill elettrici e un’icona della cultura americana.
L’eredità lasciata da Foreman rimane indimenticabile. In un periodo in cui il pugilato necessitava di figure mitiche e simboliche, George Foreman si affermò come tale, rappresentando la forza, la caduta e infine la rinascita.