Se n’è andato a 69 anni Paolo Maria Pesando, considerato uno dei migliori chirurghi oculisti italiani e famoso per il suo grande altruismo, quella voglia di aiutare i più bisognosi che l’aveva spinto a lasciare Ivrea per andare in Chapas e proseguire la sua missione: curare le malattie degli occhi nei Paesi in via di sviluppo, operando chi non avrebbe mai potuto permettersi un intervento chirurgico. A stroncare il medico è stata un’ischemia cerebrale che l’aveva colpito in Messico. Inutile il trasferimento in Italia per le cure.
Pesando se n’è andato il giorno di Natale. Era stato instancabile animatore della Fondazione dedicata allo zio Paolo Chiono che, più di cinquant’anni fa, lasciò la cattedra all’Università di Torino per andare in Africa. Qui aveva iniziato un’avventura e un progetto di insegnamento, educazione e formazione. Un percorso interrotto nel 1953, anno in cui era morto a soli 43 anni a causa della malaria celebrale.
Paolo Maria Pesando è stato anche responsabile dell’unità funzionale di oculistica della clinica Santa Rita di Vercelli e di chirurgia oculistica alla Clinica Pinna Pintor di Torino nonché professore di chirurgia refrattiva all’Università di Parma. Ha poi proseguito l’attività umanitaria dello zio: nel 1994 era stato il primo medico bianco a raggiungere e a operare in Uganda.
Pesando ha portato avanti un’attività di chirurgia oculistica di alto livello in alcuni paesi in via di sviluppo sotto la Surgical Eye Expedition, votata alla prevenzione e alla cura della cecità. L’anno scorso, a Ivrea, ospite dei Lions, aveva raccontato la sua attività umanitaria e scientifica: “Un milione e mezzo di bimbi in Africa sono non vedenti. Una delle principali cause è la cataratta che può essere eliminata con un intervento in meno di 10 minuti. Significa salvare la vita a questi bimbi il cui tasso di mortalità, a causa della cecità, è elevatissimo”.
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