Mentre in Italia sono ore caldissime per la formazione del nuovo governo, è bene non distogliere l’attenzione anche da uno dei casi più scottanti che ha coinvolto Salvini, lo scandalo di Savoini e dei fondi Russi alla Lega. Emergono infatti ulteriori dettagli: Buzzfeed afferma di aver individuato l’identità di due (dei tre totali) faccendieri russi presenti all’incontro del 18 ottobre 2018 al Metropol di Mosca: si tratterebbe di Andrey Yuryevich Kharchenko e Ilya Andreevich Yakunin.
In quell’occasione l’ex portavoce di Matteo Salvini, Gianluca Savoini, insieme all’avvocato Gianluca Meranda e all’ex bancario Francesco Vannucci si sarebbe incontrato con i tre russi per trattare di un accordo finalizzato a ottenere una stecca da 65 milioni per la Lega su una partita commerciale relativa all’acquisto di gasolio russo.
Grazie a questa compravendita il Cremlino sarebbe stato in grado di finanziare la campagna elettorale del partito di Salvini in vista delle europee. Ylia Andreevich Yakunin, manager molto vicino a Pligin, è l’avvocato che la sera prima aveva ospitato l’incontro Salvini-Kozak, scriveva allora L’Espresso. Vladimir Pligin, infatti, il 17 ottobre aveva ospitato un incontro tra Matteo Salvini e il vicepremier Dmitry Kozak, delegato agli affari energetici e uomo vicino a Putin.
Il nome di Kharchenko è invece nuovo, ma anche lui stando alle rivelazioni di Buzzfeed sarebbe un uomo vicino a Pligin e ad Aleksandr Dugin, il filosofo più ascoltato da Putin. “I due russi hanno legami con il demagogo di estrema destra di alto profilo Aleksandr Dugin e Vladimir Pligin, un politico profondamente invischiato nell’inner circle del presidente Vladimir Putin”, scrive il sito americano.
“Dugin – scrive ancora BuzzFeed – è il padre di un’ideologia che Putin ha abbracciato in anni recenti che vede una Russia rinascente baluardo contro l’ovest liberale. Pligin, invece -prosegue il sito- ha avuto un ruolo nella politica estera russa lavorando anche ad una bozza di legge per dare l’avvallo all’annessione della Crimea”.
L’inchiesta della Procura di Milano sui fondi russi alla Lega, aperta dopo le rivelazioni dell’Espresso e coordinata dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e dai pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta, avrebbe già identificato anche il terzo faccendiere russo. Nell’ipotesi della Procura, infatti, la presunta compravendita doveva servire anche a far arrivare denaro ad uno o più funzionari pubblici russi.
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