Fronde, epurazioni, rimborsi mancati, caccia alle streghe… Il M5S è alla frutta: l’ultimo focolaio interno è stato aperto da un commento su Facebook dalla senatrice Elena Fattori, che molti già danno in libera uscita dal M5s, rispondendo ad alcuni attivisti che attaccavano lei e il comandante Gregorio De Falco per le posizioni contrarie al dl Sicurezza ha lanciato la bomba. E la rivelazione conferma che il meccanismo dei rendiconti e delle restituzioni dei parlamentari pentastellati si è inceppato. Guarda un po’! Il sito ufficiale Tirendiconto.it è fermo alla scorsa legislatura. Precisamente, a dicembre del 2017. Ma che strano!
Per alcuni onorevoli, le cifre sono congelate dai mesi precedenti, anche settembre o ottobre dell’anno scorso. Così, nel caos generale di questi giorni, la Fattori ha accusato i vertici: “A parte una restituzione forfettaria per i primi mesi di legislatura e i 300 euro al mese a Rousseau, non stiamo più restituendo né rendicontando”, ha spiegato Fattori replicando a un attivista che ipotizzava volesse uscire dal M5s per tenersi lo stipendio.
“Ridicolo accusarmi di non voler restituire quando l’ho fatto per 5 anni e ora non lo fa più nessuno”. Ieri è arrivata la giustificazione di Sergio Battelli, tesoriere dei Cinque Stelle a Montecitorio. “Nel Movimento non esiste alcun caso rimborsi – ha scritto in una nota il deputato – chi afferma il contrario mente. Le restituzioni vengono fatte regolarmente a seguito di rendicontazioni, da tutti i parlamentari M5s”.Ha proseguito Battelli: “C’è chi restituisce il denaro ogni 3 mesi e chi lo fa ogni 6, ma, al di là di questo, conta solo la realtà. Il Movimento è l’unico che ha sempre restituito e continuerà a farlo”. Fatto sta, però, che dall’inizio della legislatura non è stato pubblicato nulla. Dal M5s assicurano che a breve partirà il nuovo sito internet per le rendicontazioni ma non c’è una tempistica dettagliata…
Tutto si è fermato quando i grillini hanno modificato le regole per il versamento dei bonifici di restituzione. E cambierà anche il destinatario dei soldi. Dal fondo per il microcredito alle piccole e medie imprese a un conto dedicato che però ancora non è stato aperto. Chi sia il titolare e cosa ci si faccia, poi, con quei soldi non è dato sapere. La decisione, presa a giugno scorso dallo stato maggiore del Movimento (leggasi Casaleggio Associati), è stata la risposta ai problemi che si sono verificati con i rimborsi al microcredito.
Alcuni parlamentari della scorsa legislatura sono stati beccati a imbrogliare con i bonifici attraverso un sistema che permetteva ai portavoce di intascare il denaro destinato al Fondo. Intanto, però, a chi vuole votare secondo coscienza viene intimata l’epurazione, si votano condoni e ogni giorno viene fuori una magagna. Ah, che bella questa democrazia 2.0!
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