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“Salvini? Un cialtrone”. L’affondo di Mughini contro il Carroccio: “Vi svelo le loro menzogne”

Ancora un capitolo nella sfida tra Giampiero Mughini e il vicepremier Matteo Salvini. Il giornalista e scrittore è tornato sulla polemica che in questi giorni ha visto il direttore artistico del Festival di Sanremo Claudio Baglioni opporsi al leader della Lega. Oggetto del contendere, nemmeno a dirlo, l’immigrazione. E ha scelto di farlo con una lettera inviata a Dagospia, nella quale mette nel mirino un libro dell’amico Alberto Mingardi definendolo pieno di luoghi comuni sui migranti, gli stessi sfruttati dal Carroccio per la sua propaganda.

“Leggiamo e impariamo – scrive Mughini – Sì o no l’arrivo in un Paese di gente che viene da altri Paesi è un fatto in sé negativo? Non sembrerebbe, stando al fatto che in uno spicchio del mondo il più ricco e creativo – a Cupertino, in California – metà della popolazione è nata in un altro Paese. E allora la questione è altrove, se il Paese che accoglie è economicamente vitale o se invece è un Paese la cui economia è stagnante e ciascuno vuole difendere con i denti il pochino che ha in serbo. Ovviamente, è il caso dell’Italia, dove il 59% degli italiani reputa l’immigrazione un fatto in sé negativo”.“Solo che a guardare più da vicino – aggiunge Mughini – ti accorgi che quel giudizio verte piuttosto sulle capacità dello Stato di gestire l’immigrazione”. Nella lettera si spiega poi che la propensione a delinquere degli immigrati regolari è del tutto identica a quella degli italiani, e che sono semmai gli irregolari a spaventare di più. Mettere in regola le persone che arrivano nel nostro Paese sarebbe quindi il modo migliore per dimezzare i rischi. Mughini smentisce poi l’ipotesi che l’aumento di migranti porti con sé un aumento di crimini e sottolinea la grande ignoranza della popolazione sul tema: secondo Eurispes, solo il 28,9 per cento degli italiani sa che la percentuale di stranieri sulla nostra popolazione è attorno all’8 %. Già nei mesi scorsi Mughini si era scagliato contro Salvini definendolo “un lupo mannaro della politica”, criticando anche la manovra e i Cinque Stelle.

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