La corsa dei mutui in rialzo non sembra arrestare la sua corsa, e la recente stagione dei tassi di interesse sottozero di Mario Draghi è ormai un sono lontano. La Banca Centrale Europea ha aumentato i tassi di un ulteriore 0,50% con importanti conseguenze sui mutui. L’ipotesi è che la Bce, con l’obiettivo di ridurre l’inflazione, decida per un incremento dei tassi di 50 punti base. La decisone della Bce certamente impatterà anche questa volta su chi ha un mutuo o deve richiederne uno. Chi ne vedrà subito le conseguenze sono coloro che hanno acceso un prestito a tasso variabile, per i quali le prospettive nel breve futuro si prospettano sempre più grigie. Secondo le simulazioni di Facile.it, la rata di un mutuo medio a tasso variabile sottoscritto a inizio dello scorso anno potrebbe quindi salire nei prossimi mesi di quasi 35 euro rispetto ad oggi. In circa un anno, quindi, il mutuatario si troverebbe a pagare una rata più pesante del 43% rispetto a quella iniziale. Ma si possono fronteggiare gli aumenti dei tassi d’interesse? Ecco quali possono essere delle soluzione per contrastare la rata in salita.
Mutui in rialzo: cosa fare se il tasso variabile continua a crescere
Per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile esistono delle possibilità per limitare i danni, ovvero optare per una surroga o una rinegoziazione del contratto di mutuo. Come hanno spiegato gli esperti di Facile.it: “Per tutelarsi da futuri rincari i mutuatari possono ricorrere ad una surroga o alla rinegoziazione, eventualmente approfittando delle condizioni introdotte dal governo con la Legge di bilancio. Non esiste in assoluto una soluzione migliore rispetto all’altra; il consiglio se si vuole passare dal tasso variabile a quello fisso è di rivolgersi ad un consulente così da identificare la soluzione più adatta alle proprie esigenze”.
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Surroga e rinegoziazione: ma cosa sono?
La rinegoziazione del mutuo è una operazione di cambio che si può effettuare con la banca attuale con cui si possiede il prestito attuale. Questa opzione permettere al debitore di passare da un tasso variabile ad un tasso fisso o ad uno misto, con rata protetta o con cap (ovvero meccanismi che consentono di fissare la rata a un valore massimo stabilito), limitando quindi i rischi del tasso variabile soggetto alle continue oscillazioni del mercato. La seconda possibilità da poter tentare è invece la surroga del contratto di mutuo. Questa operazione permette di modificare i termini del mutuo, rivolgendosi però questa volta ad un’altra banca. Si potrebbe così trasferire il debito presso un altro istituto, variando tipologia, durata e tasso del finanziamento. Naturalmente, a rimanere fisso è il capitale residuo del mutuo trasferito. Sia la prima che la seconda opzione non comportano spese extra, in quanto anche quelle del notaio previste per la surroga sono a carico della nuova banca.
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Il fondo di sospensione mutui
Un’altra alternativa per contrastare i mutui in rialzo è richiedere l’accesso al Fondo di sospensione mutui per l’acquisto della prima casa. Si tratta di un fondo introdotto in piena emergenza Covid e prorogato fino al 31 dicembre 2023 con l’ultima Legge di Bilancio. La stessa Confconsumatori lo consiglia in questi casi, perché prevede la possibilità di beneficiare della sospensione del pagamento delle rate del mutuo fino a un periodo massimo di 18 mesi. Per beneficiare del fondo però bisogna rientrare in una di queste categorie: invalidità, morte, perdita o sospensione temporanea del lavoro, riduzione dell’orario di lavoro. Nel caso di liberi professionisti o lavoratori autonomi invece, basterà attestare un effettivo calo del fatturato superiore al 33% su base trimestrale. Inoltre anche se si rientra in una delle precedenti casistiche, possono accedere al fondo soltanto coloro che hanno contratto un mutuo massimo di 400mila euro. Una volta ottenuto il diritto d’accesso, si potrà avere un supporto fino al 50% degli interessi che maturano nel periodo della sospensione, più lo stop al pagamento delle rate.
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