Navigare sul web è diventata una prassi quotidiana. Ma quanto siamo realmente protetti? É nato uno strumento che aiuterà gli utenti a valutare quanto garantisce la privacy il sito nel quale navighiamo. Si chiama Privacy ok, ed è il marchio realizzato da Federprivacy che connoterà il livello di conformità a uno specifico codice di condotta, e ai principi generali della normativa in materia di privacy, sia per i siti che per le app.
Il marchio è stato presentato durante il workshop Il regolamento Europeo sulla protezione dei dati, che si è tenuto al Palazzo dell’Informazione a Roma pochi giorni fa.
Questo workshop è stato non solo importante, ma necessario. Secondo una mappatura globale dei siti online (sono stati monitorati 455 siti web e app totale, nei più disparati settori, dai viaggi alla sanità, dai giochi d’azzardo alle banche, fino ai cliccatissimi social media), condotta da 24 Autorità per la protezione dei dati personali, compreso il Garante Italiano per la Privacy, la situazione generale è molto compromessa.
Gli utenti non sono protetti
Dati alla mano, circa il 67% dei siti e delle app non informa gli utenti dove saranno conservati i dati che mettono a disposizione, e più della metà non informa con chi vengono condivisi i dati personali.
Inoltre, nel 44% dei casi gli utenti non sono informati sulle modalità di accesso per esercitare i propri diritti. Ebbene, solo il 35% delle informative sulla privacy accenna a misure di sicurezza e di protezione dei dati personali degli utenti. Vengono infatti riscontrate policy generiche, imprecise, con riferimenti vecchi e non aggiornati.
Per quanto riguarda la regolamentazione, è stato inoltre istituito un comitato di controllo per esaminare periodicamente tutti i siti e le app che hanno ottenuto il marchio Privacy ok. Ottenere il marchio infatti vuol dire anche mantenerlo con aggiornamenti costanti che rispettino alla lettera il codice di condotta. Questo tutela anche gli utenti, che in ogni momento possono rivolgersi ad uno sportello online a loro dedicato e chiedere spiegazioni o segnalare perplessità.
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Ferrero accetta la sfida
Chi sono le aziende italiane che hanno mostrato intesse per ricevere il marchio? Molte, una su tutte la Ferrero.
“Per contribuire a un clima di fiducia che favorisca lo sviluppo del mercato digitale, le aziende virtuose che operano in modo trasparente e lecito hanno ora l’opportunità di ottenere un marchio di qualità ed esporlo sui propri siti web e app per dare evidenza che hanno aderito al nostro codice di condotta assumendosi l’impegno vincolante di rispettarne tutte le regole”. Queste le parole di Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy. “Inoltre, gli utenti possono contare sul fatto che non si tratta di un semplice bollino rilasciato in maniera autoreferenziale. Infatti, le attività di assessment non vengono svolte dal nostro staff interno ma sono state affidate all’organismo di terza parte e indipendente TÜV Italia, che assicura l’imparzialità del processo di valutazione per determinare se un sito o una app è effettivamente conforme e meritevole di fregiarsi del marchio”.
Fonte: adnkronos