Un sito lanciato dalla Lega poco prima del verdetto, quando la Giunta per le immunità al Senato era ancora in riunione e l’ok al processo contro l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini non era ancora arrivato. Un portale dal nome esplicito, “Digiuno per Salvini”, che si proponeva di fatto di raccogliere firme a sostegno del Capitano da parte di persone pronte eventualmente anche a non mangiare per giorni come sostegno al loro beniamino, qualora il numero uno del Carroccio si trovasse in difficoltà nel suo scontro con la giustizia.
In attesa della decisione definitiva sull’autorizzazione a procedere, che arriverà dall’Aula, il sito a sostegno di Matteo Salvini è intanto arrivato a quasi mille utenti, tutti dalla parte dell’ex ministro, accusato di sequestro di persona, che starebbe “rischiando la galera per aver difeso la patria”. Come si fa a esprimere il proprio appoggio al Capitano? Semplice, basta
compilare alcuni campi: tra questi, nome, cognome, indirizzo mail, comune e provincia di residenza sono obbligatori.Poco dopo è però scoppiata in rete la polemica per i tanti profili “falsi” che secondo le testate sarebbero stati sfruttati per raggiungere in fretta e furia numero di minimo rilievo. Il contatore delle firme si aggiorna di continuo, ma nell’elenco possono figurare anche più volte gli stessi “nickname”, segno del fatto che non ci siano controlli sull’identità degli utenti che aderiscono e che la stessa persona, di fatto, potrebbe votare più e più volte.Una storia che sa di già visto, considerando che anche la petizione per chiedere al governo di non approvare la riforma del Mes si era trasformata di fatto in una farsa: diverse testate hanno mostrato come i controlli fossero inesistenti e che in pochi secondi era possibile creare e registrare profili falsi con i quali esprimere il proprio voto, inventando di sana pianta le informazioni.
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