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“Vita, Famiglia e Libertà”: 150 parlamentari nel nuovo intergruppo contro i diritti civili

La suggestione di tornare in epoche passate viene spesso a molti. Chi si immagina di sedersi in un caffè parigino con Hemingway o Sartre, chi vorrebbe fare quattro chiacchiere con Giulio Cesare e chi pagherebbe oro per vedere Leonardo dipingere la Gioconda. Tutto molto bello, ma in questo preciso momento storico, anno domini 2018, nel parlamento Italiano c’è un integreuppo che si sta impegnando per far sì che il nostro paese torni davvero nell’800, ma non per una fascinazione storica o artistica, quanto antropologica. La volontà, infatti, è quella di arrestare, contrastare e cancellare tutti i diritti civili acquisiti fin qui e che ci hanno portati nella contemporaneità.

Sebbene la legislatura sia partita da pochi mesi, il tasso di distopia in materia di diritti civili è già ai livelli altissimi. Mentre fuori, anche i più ferventi cattolici parlano di apertura (abbiamo raccontato l’iniziativa della messa congiunta con i copti ortodossi per dare un segnale di unità e pace), in Senato è stato presentato l’intergruppo parlamentare “Vita, Famiglia e Libertà” che riunisce 150 tra deputati e senatori di centrodestra—nonché la grillina Tiziana Drago, che tempo fa aveva organizzato una “veglia” delle Sentinelle in piedi a Catania. Il promotore dell’iniziativa è stato Massimo Gandolfini, neurochirurgo di Brescia e organizzatore dei Family Day del 2015 e 2016, e quello che diceva che l’omosessualità “è una malattia”.

Al suo fianco figuravano Simone Pillon (quello che ha promesso: “Impediremo alle donne di abortire”), Maurizio Gasparri, Gaetano Quagliarello e il leghista Alessandro Pagano. Quest’ultimo, a margine dell’evento, ha assicurato che “stavolta non giocheremo più una partita di rimessa, ma una partita d’attacco” contro la “deriva antropologica frutto di una cultura cosmopolita e perversa.” Il deputato ha poi aggiunto che “c’è un popolo italiano che si è risvegliato dal torpore voluto dalla massoneria internazionale”.

Le battaglie di cui intende occuparsi l’intergruppo sono: “utero in affitto” (già vietato dalla legislazione italiana); “adozioni omo-genitoriali” (non previste da nessuna legge); la “legalizzazione delle cosiddette droghe leggere” (di cui nessuno si azzarda più a parlare); il “contrasto al suicidio assistito”; la “valorizzazione del principio di obiezione di coscienza” (leggi: guerra alla legge 194); e—pensavate davvero che potesse mancare?—“l’educazione del gender nelle scuole.”

In pratica, si tratta di tutti i discorsi paranoici che si sono sentiti negli ultimi anni dal palco dei due Family Day. La novità è che ora si sono trasferiti direttamente in Parlamento, trovando un folto gruppo di politici di palazzo pronto a farli propri. A coronare la presentazione sono poi arrivate le dichiarazioni di Quagliariello, che ha definito “orribile” la scorsa legislatura—principalmente per l’approvazione delle leggi sulle unioni civili e sul fine vita.

Non pago ha garantito: “L’intergruppo Famiglia e Vita è un’azione di resistenza e di testimonianza”. Non si sa per la “testimonianza,” ma per quanto riguarda “l’azione di resistenza” ha indubbiamente ragione. Solo che si tratta di resistenza ad un minimo progresso civile che è stato faticosamente conquistato negli ultimi decenni. Poi per carità, era bello vedere Leonardo dipingere la Gioconda, ma si moriva anche per uno starnuto e si veniva uccisi per molto poco.

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