Il naufragio delle imbarcazioni al largo delle coste di Crotone, con decine di vittime, ha messo a dura prova il governo italiano. In particolare, Giorgia Meloni, è stata al centro di molte discussioni per la sua mancata presenza sul posto del disastro.
Dopo giorni di indecisione e tensioni interne, la premier ha valutato la possibilità di organizzare un blitz nel palazzetto di Crotone per rendere omaggio alle vittime del naufragio, ma alla fine ha desistito. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si era proposto di andare personalmente in Calabria, ma ha inciampato sulle sue stesse parole, causando la rabbia di Meloni.
Il governo ha quindi cercato di rimediare organizzando un’intervista di Piantedosi a Rai 1, ma anche questa soluzione non ha soddisfatto la premier. Troppi balbettamenti. In molti hanno spinto Meloni a recarsi a Crotone, ma lei ha preferito mantenere il suo obiettivo politico: evitare polemiche e tensioni nella maggioranza e nell’opinione pubblica. La grande fuga, appunto.
La situazione si è complicata ulteriormente quando l’opposizione ha chiesto le dimissioni di Piantedosi e il caso ha coinvolto anche la Guardia Costiera e il vicepremier Matteo Salvini. Nel frattempo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deciso di visitare il luogo della tragedia, scegliendo però la forma privata e senza la presenza di alcun esponente del governo. E facendosi carico, da solo, del lutto di un’intera nazione per una tragedia indicibile.
Meloni, nel frattempo, ha deciso di partire per l’India, evitando di sovrapporsi alla visita del Presidente e di riaccendere lo scontro politico. Tuttavia, la mancata presenza di un esponente di primo piano del governo sul luogo del naufragio non può che essere considerata un esempio plastico della sua debolezza.