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Quirinale, Conte dice no a Salvini su Moratti e Casellati: spunta Casini

Ennesima fumata nera sul nome del nuovo presidente della Repubblica dopo l’incontro tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte. Il leader della Lega e quello del Movimento 5 Stelle si incontrano nel pomeriggio di giovedì 20 gennaio in un appartamento privato nei pressi del Senato. Il faccia a faccia dura circa un’ora. Sul tavolo della trattativa ci sono alcuni nomi dei possibili candidati al Quirinale. Ma tra i due ex alleati nel governo gialloverde l’accordo non si trova.

Salvini e Conte

L’intenzione di Salvini e Conte pare sia quella di trovare un accordo su un nome condiviso per il Colle che non sia quello dell’attuale premier Mario Draghi. Da quanto si viene a sapere, il clima del summit è cordiale. Sembrano insomma passati anni luce dall’estate del 2019, quando il governo gialloverde cadde anche per colpa delle incomprensioni tra l’allora premier e il suo ministro dell’Interno.

Ora invece, a legare nuovamente pentastellati e leghisti c’è l’obiettivo comune di eleggere un capo dello Stato che non sia Draghi. Salvini si presenta all’incontro con l’intenzione di individuare un nome alternativo, nel caso ritenuto molto probabile che Silvio Berlusconi rinunci alla sua candidatura. Conte su questo si trova ovviamente d’accordo. Ma non sul fatto che al posto del Cavaliere si debba eleggere per forza una figura di centrodestra.

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 11-06-2019 Roma Politica Palazzo Chigi. Conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri n. 61 Nella foto Matteo Salvini, Giuseppe Conte

Per questo i nomi del presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e quello dell’ex sindaco di Milano, Letizia Moratti, vengono respinti al mittente dal leader pentastellato perché considerati troppo di parte. Scelta che fa felici gli alleati di centrosinistra Enrico Letta e Roberto Speranza. Poco entusiasmo suscita anche il nome del filosofo Marcello Pera. Sul tavolo della trattativa ci finiscono anche l’ex ministro della Giustizia, Paola Severino, e l’intramontabile Pierferdinando Casini. Una parte del M5S, infine, sogna ancora un Mattarella bis. Ma anche questa ipotesi sembra difficile da realizzarsi.

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