Amazon, Apple, Facebook e Google si espandono per prendere il posto di banche, officine, logistica e negozi. Il potere delle multinazionali digitali è ormai incontrollabile. Tengono parcheggiata in Europa una liquidità di 45o miliardi, una ricchezza enorme pari a un terzo dell’intero bilancio comunitario. In attesa di capire cosa farci, Amazon, Apple, Facebook e Google si espandono, mentre la gran parte degli esecutivi democraticamente eletti è distratta dal rispetto dei parametri di Maastricht e da misure di politica economica di corto respiro.
Eppure che ci sia bisogno di intervenire è chiaro da tempo. Nell’Unione Europea un cittadino su cinque è a rischio povertà, le disuguaglianze aumentano, la rabbia sociale spezza in due tutte le comunità, ma ancora non esiste un progetto, nazionale o comunitario, che si occupi di questi divari crescenti.
I lavoratori, l’anello debole nell’era dei monopoli digitali, sono più consapevoli. Uno dei primi manifesti dei Gilet gialli, pur nella confusione di un movimento carsico privo di leader, oltre a chiedere una serie di cose precise (salario minimo di 1.500 euro, scala mobile, pensioni almeno a 1.30o euro) ha centrato il problema: per evitare il declino dell’economia tradizionale servono tasse alte per i grandi e basse per i piccoli. Che significa Web Tax per gli over the top e Flat Tax per le imprese tradizionali.
Ma in Francia, Gran Bretagna e Italia, giusto per prendere tre paesi molto importanti e diversi tra loro, regna ancora l’incertezza sul da farsi. In Italia, dove la protesta si è canalizzata in un Movimento che ha vinto le elezioni, il governo Conte ha avviato una misura simbolo come il reddito di cittadinanza ma resta sotto l’incudine di una possibile recessione.
Non ci sono ancora risposte sulle cause della nuova povertà e dello scontento sociale, tracciato dall’ultimo rapporto Censir. A Parigi, Londra e Roma coloro che protestano sono rispettivamente molto diversi – la decaduta classe media, i finanzieri, gli industriali – anche se il disagio per le ingiustizie sociali e lo stesso. Manca totalmente una visione d’insieme. Basterebbe dismettere i facili panni del consumatore digitale e indossare quelli del lavoratore per accorgersi invece che la società è sovrastata da un’astronave che le fa ombra per quanto è grande.
Un colosso manifatturiero partito dalla mela dei Beatles apre una modalità di pagamento universale, uno spedizioniere planetario si appresta a farsi banca, un social network vende pubblicità e identità. Interi comparti industriali, i corpi intermedi, persino il Parlamento, stanno diventando sempre più marginali. Il punto di non ritorno è già stato superato. Nessuno Stato è sovrano se non doma i nuovi giganti.
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