Conto alla rovescia ormai quasi scaduto per l’ingresso in scena della fattura elettronica, una delle prime novità che vedremo nel corso del 2019. Dal 2 gennaio, infatti, scatteranno i nuovi obblighi, che coinvolgeranno, al netto di proroghe ancora possibili, metà dei 5,8 milioni di titolari di partita Iva. Obbligando però di fatto tutti a informarsi e farsi trovare pronti, vista la possibilità di ricevere e-fatture dai propri fornitori. Un provvedimento voluto fortemente dal governo e che però ha scatenato già proteste a non finire dal mondo degli imprenditori.
In tanti lamentano, innanzitutto, le spese che si sono trovati a dover effettuare in questi mesi per aggiornare i sistemi gestionali di aziende e studi, chiedendosi se sia giusto che lo Stato offra un’infrastruttura tecnologica modesta, costringendo così gli interessati a rivolgersi a dei privati. Gli operatori economici lamentano poi la richiesta di immettere in rete i dettagli delle rispettive transazioni, non più un semplice riepilogo della fattura trasmesso con lo spesometro come in passato.
Un punto, quest’ultimo, sul quale si è espresso dubbioso anche il Garante della Privacy, chiedendosi se sia davvero inevitabile immettere in rete dati così sensibili. La fattura, inoltre, è documento rilevante anche per il pagamento, con il rischio che eventuali blocchi o ritardi nel Sistema di Interscambio, sorta di postino virtuale che sarà attivato per gestire il nuovo traffico di dati, possa causare pericolosi rallentamenti.
Si lamentano i clienti, che dopo un pagamento si ritroveranno in mano una copia di cortesia della fattura, che sarà solo elettronica, senza alcun valore fiscale. Si lamentano gli imprenditori, soprattutto quelli di dimensioni più modeste, sostenendo che alle piccole aziende ogni e-fattura rischia di costare tra i 20 e i 70 centesimi, ostacolando così ancora di più realtà che avrebbero invece bisogno di incentivi. E restano i dubbi sull’effettiva capacità, sottolineata più volte nell’esecutivo gialloverde, di combattere così l’evasione fiscale.
Grazie a questa riforma, lo Stato mette infatti a bilancio di recuperare da subito 1,9 miliardi di extragettito per mancata evasione dell’Iva. Cifre che molti analisti considerano estremamente ottimistiche. Al netto, invece, delle innegabili difficoltà di chi, non avendo sufficienti conoscenze tecnologiche per muoversi autonomamente, si troverà a far ricorso a un commercialista più e più volte nel corso del prossimo anno. Difficile, però, che Lega e Cinque Stelle cambino idea prima dello scoccare del nuovo anno.
Fattura elettronica, la mappa di una nuova Italia: chi sarà interessato dal provvedimento (e come funzionerà il nuovo strumento)