In barba ai divieti di assembramento, la giunta di destra di Nettuno è addirittura scesa in piazza, compatta, per protestare. Nella cittadina in provincia di Roma, la giunta ha protestato contro l’arrivo di 50 migranti, convincendo la prefettura a cancellare il trasferimento. I migranti vivono in un centro di accoglienza a Roma. La prefettura aveva deciso di trasferirli a Nettuno dopo aver individuato una persona positiva al coronavirus fra gli ospiti. Dopo avere saputo del trasferimento, il sindaco di Nettuno Alessandro Coppola ha protestato fuori dal centro di accoglienza insieme ad alcuni assessori e consiglieri del centrodestra.
Hanno minacciato di bloccare l’arrivo dei migranti (violando così le restrizioni sugli spostamenti per via del coronavirus). “È importante specificare che non si tratta di persone positive al virus ma per un comune già fortemente provato come Nettuno, con troppi casi positivi e il rischio di diventare zona rossa, è troppo”, aveva scritto Coppola sulla sua pagina Facebook. I casi di persone positive a Nettuno sono 50. Dopo la protesta, lo stesso Coppola ha comunicato che la prefettura di Roma aveva cambiato idea, e che l’arrivo dei migranti era stato “scongiurato”.
Di Coppola e della giunta di Nettuno si era parlato già in altre occasioni sui giornali nazionali: a novembre dello scorso anno, quando il sindaco era andato a onorare i fascisti morti per la Repubblica sociale italiana e non gli americani morti durante la liberazione dal fascismo, e a gennaio di quest’anno, quando erano state censurate le parole “antifascismo” e “Resistenza” dalla mozione di appoggio alla commissione parlamentare di Liliana Segre contro il razzismo.
“La Polizia intanto ha identificato i protagonisti della protesta e dovrà ora decidere se sanzionarli per essere usciti ingiustificatamente da casa e denunciarli per aver dato vita a una manifestazione non autorizzata”, ha scritto Repubblica. La procedura dovrebbe essere automatica viste le fortissime restrizioni di questi giorni e i divieti imposti dal governo. Inoltre, il fatto ha ancor più rilevanza perché a dare il cattivo esempio è stata proprio l’Istituzione. Non una bella immagine per lo Stato, insomma.
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