La trasmissione di La7, Piazzapulita, ha acceso la luce su un caso che sta facendo molto discutere e che creerà non poche grane a Aldo Patriciello, europarlamentare di Forza Italia al suo quarto mandato, proprietario del gruppo Neuromed: un piccolo impero tra ospedali e polo tecnologico. Tutti i dipendenti sono stati vaccinati. Dagli addetti alle pulizie agli addetti al giardino, fino ai lavoratori della TVI, Tele Venafro International. Giornalisti, segretarie di redazione, direttori. Tutti vaccinati. Nel frattempo, nella Regione, decine di ultraottantenni ancora aspettano l’appuntamento per il loro vaccino.
Come scrive anche Il Fatto, “sono tutte vaccinate le persone che orbitano intorno alla Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia, un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di proprietà dell’europarlamentare Aldo Patriciello (Forza Italia), anche lui già immunizzato, attorno al quale gravitano e lavorano diverse società. Mentre solo un 80enne su tre, in Italia, ha ricevuto le dosi di vaccino contro il Covid, il polo ha fatto richiesta per 900 dosi da iniettare ai propri dipendenti”.
Come ha dimostrato il servizio di Piazzapulita, però, il vaccino viene fatto anche ai dipendenti che in clinica non si recano mai e che quindi, secondo il piano vaccinale italiano, non avrebbero diritto a ricevere il farmaco immunizzante. Questo in una regione, il Molise, dove anziani con patologie come la bronchite cronica ostruttiva si sono prenotati da un mese ma non hanno ancora ricevuto alcuna indicazione o somministrazione.
La giornalista del programma di La7 ha accesso alla struttura e, chiedendo alle persone che incontra se si fossero sottoposte al vaccino, riceve da tutte una risposta affermativa. Tra queste ci sono persone poco più che trentenni, che non operano all’interno della clinica. Quando i giornalisti chiedono alla Regione chi avrebbe dovuto controllare la lista inviata da Neuromed, la risposta di Michele Colitti, uno dei componenti della cabina di regia che si occupa della programmazione vaccinale in Molise, risponde: “Non posso mettermi a controllare nome per nome e vedere il lavoro che fanno all’interno delle strutture sanitarie”.
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