La tanto temuta procedura di infrazione nei confronti dell’Italia alla fine resterà soltanto un fantasma. Il governo gialloverde, con una correzione da oltre 10 miliardi, ha infatti scongiurato il pericolo proveniente da Bruxelles e che tanto aveva fatto discutere nelle scorse settimane, con il via libera arrivato dall’Ue sulla legge di bilancio per il prossimo anno. Per il 2019, il deficit nominale è sceso al 2,04%, a fronte del 2,4% inizialmente messo per iscritto dal governo.
Il vicepresidente della Commissione Ue responsabile per l’euro, Valdis Dombrovskis, ha usato parole caute: “La soluzione sul tavolo non è ideale, non dà una soluzione a lungo termine per i problemi economici italiani”. Aggiungendo però poi: “Ci consente di evitare per ora di aprire una procedura per debito, posto che le misure negoziate siano attuate pienamente”. Il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha usato come al solito toni più soft: “L’Italia sta a cuore all’Europa e all’area euro, che esce rafforzata da questo risultato positivo. Dimostra che le regole Ue ci sono e funzionano”.
La palla passa ora al Parlamento italiano e Dombrovskis ha garantito che la Commissione monitorerà l’approvazione delle misure negoziate: “Se qualcosa va male, possiamo tornare sulla questione a gennaio”, perché “la scadenza per l’Ecofin per decidere sulla procedura è sempre febbraio. Su questo siamo stati molto chiari nella risposta all’Italia”.
Restano i dubbi degli analisti sugli obiettivi fissati. Fabio Fois, economista di Barclays, a caldo sottolinea come la stima di un deficit al 2% possa ugualmente risultare ottimistica: “Ritardare le riforme su pensioni e reddito di cittadinanza genererà risparmi, ma ridurrà anche l’effetto positivo sulla crescita”. Non a caso dalla banca si aspettano un inizio di 2019 ancora stagnante, per poi accelerare nella seconda metà dell’anno.
Procedura d’infrazione contro l’Italia: la decisione Ue, cosa ci succederà il 21 novembre