Paure, rabbia. Il timore di trovarsi nella difficile situazione non solo di dover convivere con gli umori grillini, capitanati da Di Maio, ma anche con un Matteo Renzi diventato improvvisamente arbitro delle sorti del governo, forte dei suoi numeri decisivi al Senato. Ma anche la consapevolezza che una seconda giovinezza potrebbe essere all’orizzonte, con il Pd a cambiare pelle e ritornare, ringiovanito, al passato.
“L’effetto Renzi” non si è infatti esaurito allo strappo, alla nascita di Italia Viva, alla paura che quel 4,4% che i sondaggi accreditano al momento all’ex premier rappresentino l’inizio di un esodo di parlamentari verso la nuova formazione politica, il primo passo forse addirittura dell’estinzione. Il Pd può sorridere guardando all’altro lato della medaglia, quello che vede tanti vecchi sostenitori tornare all’ovile dopo averlo abbandonato.
Basta guardare i dati degli iscritti per capire come qualcosa si stia muovendo, forse anche un po’ a sorpresa. A Roma, città che aveva voltato le spalle ai democratici per abbracciare le spinte grilline e che ora guarda in maniera preoccupante al determinismo salviniano, le tessere si stanno moltiplicando. Al circolo Ama si contano ora 60 nominativi, in quello Atac si è passati da 7 a 45.
Un trend che si riscontra un po’ ovunque. Al decimo municipio le new entry sono 13. Il motivo dell’inversione di rotta? Presto detto. Chi aveva abbandonato il Pd dopo la svolta renziana, non riconoscendosi più in una formazione che aveva perso anche i connotati “di sinistra”, sta ora rivedendo la propria posizione. E si sente più affine a un Partito che ora, tra mille difficoltà, ha trovato uno spunto per sorridere.
Gli italiani non credono in Renzi: per 1 su 4 lo strappo è sbagliato