Dopo un lungo periodo di silenzio mediatico, Nina Moric accetta di rilasciare una lunga intervista al settimanale Oggi. La modella e showgirl decide di raccontare per la prima volta alcuni aspetti drammatici della sua vita passata.
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L’intervista a Oggi di Nina Moric
“Oggi ho la consapevolezza di valere. – Nina Moric apre così la sua intervista a Oggi – Ho perdonato i miei errori. Non direi rinata ma ‘rigenerata’. Perché dà l’idea di un processo. E perché rinascita sa di resurrezione, e io non sono mai morta. Anche se ci sono andata vicino. Sono finita in codice rosso all’ospedale. – rivela – Ho rischiato. La vera ferita è che in 20 giorni non è venuto nessuno a trovarmi, tranne un amico”.
“Mi hanno abbandonata tutti. – si sfoga ancora Nina Moric nell’intervista a Oggi – Non punto il dito. Ma è da quasi cinque anni che non ho più gli affetti primari. I genitori, le sorelle, la famiglia. Mio figlio non è famiglia: è parte di me, siamo le due metà della luna, ce l’ho dentro. Ma è tanto che non lo vedo. A marzo dell’anno scorso sono uscita dall’ultimo appartamento senza avere una meta. Non sapevo dove andare. Stavo per rinunciare a combattere, a cercare soluzioni. Stavo così male che avevo rinunciato persino alla disperazione. Ho lasciato la tv, che per me era tossica. E la tv era già un declassamento: io nasco come modella. Modella di livello internazionale”.
“Prima ho abusato di botulino e di acido ialuronico, ma è da due anni che non mi faccio punturine. – Nina Moric si apre definitivamente nel corso dell’intervista a Oggi – Avevo il terrore di invecchiare, che è tipica del mio ambiente di prima. Non è solo una questione di vanità. È la paura di non lavorare più. Se ti fai vedere con le rughe, ti insultano. Se le combatti, le rughe, ti insultano lo stesso. Ero schiava di quel sistema malato. Ho cercato di stare a quelle regole. Poi ho detto basta”.
Poi, ricordando i suoi esordi, la modella parla di Gianni Versace: “Andai a casa sua, in via del Gesù, dove faceva le prove finali. Dovevo fare pipì, mi persi, finii al secondo piano, nella stanza di Gianni, nel suo bagno privato. Quando uscii, me lo trovai davanti. Mi ordinò: ‘Walk!’ (Cammina, ndr). Credevo volesse cacciarmi, quindi gli ho risposto: ‘Va bene, mi scusi’. E Gianni: ‘Sfila!’. Lo feci. Mi disse: ‘Domani sei su tutte le mie tre sfilate: a mezzogiorno, alle 15 e alle 20’. Ho cominciato così, avevo 18 anni”, conclude.
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