Lo sbarco di Salvini in Europa non è stato granché, almeno in questa prima fase. Nonostante le tante negoziazioni, ai vertici Ue sono arrivate nomine che hanno escluso (quasi) del tutto esponenti graditi o sponsorizzati dal governo Lega-Cinque Stelle. La possibile presidente della Commissione Ursula von der Leyen è un membro della Unione cristiano-democratica di Angela Merkel, il neopresidente del Consiglio europeo Charles Michel appartiene alla famiglia europea dei liberali, la nuova numero uno della Bce Christine Lagarde è stata spinta da Emmanuel Macron, l’alto rappresentante per la Politica estera Josep Borrell è un vecchio volto della famiglia dei Socialisti &Democratici.
L’impatto maggiore del governo Lega-Cinque stelle, rappresentato proprio da Conte a Bruxelles, è stato quello di opporsi a un nome che sembrava in pole position per la carica di presidente della Commissione: l’olandese Frans Timmermans. Un candidato che avrebbe “penalizzato l’Italia” ma la sua attuale sostituta si sposa a fatica con le inclinazioni dell’esecutivo italiano: von der Leyen, ministro della Difesa nel governo di Angela Merkel in Germania.Timmermans ha sempre mantenuto buoni rapporti con il nostro paese (e la nostra lingua: parla italiano), segue una linea flessibile sui conti pubblici ed è favorevole, come il suo gruppo, a una riforma del regolamento di Dublino che incentivi la cooperazione dei vari paesi Ue nella gestione dei migranti. Von der Leyen è comunque espressione della Cdu e del governo tedesco, additato più volte dal governo Lega-Cinque stelle come una sorta di nemesi delle linee guida dell’esecutivo italiano su politica economica e gestione dei flussi migratori.
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