Il procuratore di Como, Massimo Astori, ha rilasciato un comunicato in cui difende l’operato della sua procura in merito alla strage di Erba e critica le accuse del sostituto procuratore della procura generale di Milano, Cuno Tarfusser.
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La strage di Erba è uno dei casi di cronaca nera più noti in Italia: nel 2006 Olindo Romano e Rosa Bazzi furono condannati all’ergastolo per l’omicidio di tre persone a Erba, in provincia di Como. Adesso, a distanza di anni, il sostituto procuratore Tarfusser ha chiesto la riapertura dell’indagine, sostenendo che Olindo e Rosa sono innocenti e che sono stati vittime di un errore giudiziario.
Astori, che fu il capo della procura che indagò sulla strage di Erba, respinge queste accuse e ribadisce la correttezza delle indagini svolte dalla sua procura. Il procuratore sottolinea che i giudici hanno espresso valutazioni positive delle prove raccolte dalla pubblica accusa e hanno accolto integralmente le richieste dei rappresentanti dell’ufficio del PM nei tre gradi di giudizio.
Astori inoltre afferma che le sentenze che hanno motivato la condanna all’ergastolo di Olindo e Rosa sono corpose e approfondite e che la lettura di queste sentenze non lascia spazio a perplessità. Il procuratore ribadisce anche che le prove raccolte sono incontestabili e che non si basano solo sulle confessioni dei condannati.
Il comunicato del procuratore di Como rappresenta una difesa forte e decisa dell’operato della sua procura, che ha svolto un ruolo chiave nella soluzione del caso della strage di Erba. Tuttavia, la richiesta di riapertura dell’indagine da parte del sostituto procuratore Tarfusser dimostra che il caso è ancora controverso e che c’è bisogno di una discussione pubblica e di una valutazione attenta delle prove a disposizione.