L’episodio di violenza contro il capotreno Rosario Ventura, di 44 anni, ha scosso profondamente l’opinione pubblica e il personale ferroviario. La sua giornata di lavoro è stata interrotta bruscamente da un’aggressione feroce: dapprima insulti e sputi, seguiti da calci, fino all’ultimo terribile atto, due coltellate che hanno richiesto un tempestivo intervento medico. L’uomo è stato trasportato d’urgenza in ospedale, al Villa Scassi di Sampierdarena, in codice rosso, per ricevere le cure necessarie.
Dopo ore di apprensione, Ventura è stato dimesso nella serata stessa, con una prognosi di 14 giorni. L’aggressione ha lasciato però un segno profondo, non solo fisico, ma soprattutto emotivo. Per il capotreno, infatti, non si tratta solo di una giornata lavorativa terminata in un ospedale, ma di un trauma che ricorda quanto sia difficile oggi lavorare in un settore esposto a crescenti rischi per la sicurezza. L’accaduto ha subito sollevato numerosi appelli per una maggiore protezione del personale ferroviario, da anni impegnato a gestire non solo le mansioni quotidiane, ma anche le situazioni di pericolo che possono verificarsi in viaggio.
Gli episodi di violenza contro il personale dei trasporti non sono una novità e, purtroppo, si verificano con una frequenza crescente. Chi lavora sui treni si trova spesso a fronteggiare tensioni e aggressioni, come riportano anche i sindacati che chiedono provvedimenti concreti per migliorare le condizioni di sicurezza. Le reazioni all’aggressione di Ventura sono state immediate: tra il personale ferroviario serpeggiano rabbia e paura, alimentate dalla consapevolezza che situazioni simili potrebbero verificarsi di nuovo, e che spesso le misure preventive risultano insufficienti.
Mentre la vicenda di Rosario Ventura accende i riflettori sulla sicurezza nel trasporto pubblico, resta l’urgenza di affrontare la questione a livello istituzionale, con un supporto concreto per chi ogni giorno garantisce il funzionamento del sistema ferroviario. È in gioco non solo la sicurezza dei lavoratori, ma anche quella dei passeggeri, il cui diritto a un viaggio sereno è troppo spesso messo in discussione da episodi di questo genere.