Massimo Giletti presenta la sua ospite ricordando che lei stessa “sa benissimo di rischiare molto stasera” perché, di solito, un membro della polizia di Stato deve richiedere prima un permesso per partecipare ad una trasmissione televisiva. Nunzia Schilirò conferma allora di aver comunicato la sua intenzione di andare nello studio di Non è l’Arena, ma di non essere stata autorizzata. Così come non aveva avuto il permesso di salire come “libera cittadina” sul palco di piazza San Giovanni sabato 25 settembre.
Il rischio ora per la vicequestore è quello di essere destituita, cioè “cacciata dalla polizia”, specifica Nunzia Schilirò. Poi, respinge l’insinuazione di Giletti sul fatto che, secondo alcuni, avrebbe in realtà delle mire politiche. “Si sbaglia, io sono salita su quel palco per caso”, puntualizza ricordando che quel giorno, in piazza a manifestare, c’erano “centinaia, forse migliaia” di suoi colleghi insieme a lei. E spiega anche che quel suo particolare abbigliamento, blu e verde, era stato scelto proprio allo scopo di riconoscersi tra colleghi.
Nunzia Schilirò racconta i particolari del suo intervento dal palco. Qualcuno a un certo punto le ha chiesto di intervenire e lei, dopo qualche attimo di esitazione, si è detta: “Quando mi ricapita più questa occasione di dire come la penso? E mi sono fatta coraggio. Mi sono quasi pentita quando ero su perché ho visto una marea di gente”. Giletti obietta che, secondo le accuse che le sono state mosse, sarebbe andata contro la divisa e le istituzioni che dovrebbe rappresentare. Ma lei non la pensa affatto così. “Lo sanno tutti che sono una poliziotta, ma sono salita su palco come libera cittadina”.
Il conduttore di Non è l’Arena e domanda perché per lei il green pass è illegittimo. “Perché viola la Dichiarazione universale dei diritti umani, la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. – risponde decisa Nunzia Schilirò – Ma c’è un motivo che mi sta particolarmente a cuore: il green pass viola la nostra Costituzione. Io ho giurato sulla Costituzione. E quindi per me era un dovere salire su quel palco”.
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