Nuova autopsia in Italia per Alessandro Parini, vittima dell’attentato di Tel Aviv. Forse non hanno convinto del tutto le dichiarazioni della polizia scientifica israeliana. Le testimonianze dei connazionali e la possibile ricostruzione dei fatti non collimano. Per il rispetto nei confronti della vittima e dei suoi famigliari, si farà chiarezza sulle cause effettive della morte dell’avvocato romano in vacanza per pasqua in Israele. Al centro dei dubbi, la volontà di comprendere se gli spari hanno raggiunto il 35enne e se questi provenivano dallo polizia israeliana. Le autorità di Tel Aviv hanno sostenuto che a provocare la morte del giovane siano state le ferite per l’impatto con l’auto dell’attentatore. La salma è rientrata oggi in Italia, accolta da un commosso Sergio Mattarella.
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Alessandro Parini, disposta l’autopsia in Italia
I funerali di Andrea Parini si svolgeranno giovedì o venerdì. Prima, però, dovrà essere eseguita l’autopsia disposta dalla procura di Roma. L’esame si terrà al Policlinico Gemelli, come annunciato dall’Ansa. L’obiettivo è quello di capire se il decesso sia legato all’impatto con l’auto, alla cui guida c’era un cittadino arabo-israeliano, ed escludere la presenza di proiettili o ferite da arma da fuoco.
Per il momento, la procura si è dichiarata possibilista sull’ipotesi avanzata dalle autorità israeliane. Come detto, queste riferiscono che gli spari della polizia fossero rivolti unicamente all’attentatore, poi ucciso. Quest’ultimo aveva solo un arma giocattolo nell’abitacolo, di conseguenza l’attentato resterebbe un atto terroristico veicolare.
Quello che si sa dell’attentato a Tel Aviv finora
Gli israeliani non mostrano tentennamenti sulla dinamica dell’attentato sul lungomare della capitale israeliana, la Tayelet di Tel Aviv. Dalle indagini forensi effettuate sul corpo della vittima all’Istituto di medicina legale Abu Kabir di Giaffa non sono stati riscontrati segni di colpi d’arma da fuoco sul corpo di Parini.
Parini presenta pesanti ferite alla testa e alla schiena, compatibili con l’impatto violento con l’auto. Nonostante le dichiarazioni del fratello del presunto attentatore, la polizia esclude che Abu Jaber possa aver semplicemente perso il controllo dell’auto. La scientifica ha escluso che l’uomo possa aver avuto un malore.
Jaber avrebbe agito invece in “modo premeditato”, lanciando la sua auto a tutta velocità contro i passanti, prima di essere neutralizzato da due agenti accorsi sul posto. Secondo le dichiarazioni della polizia, Jaber “ha rapidamente manovrato tra i blocchi di cemento dei marciapiedi per raggiungere di proposito la pista ciclabile e colpire quante più persone possibile. Mentre guidava all’impazzata ha intenzionalmente accelerato e colpito un gruppo di persone. Ha poi continuato ad accelerare e ha investito ancora altra gente”. Non è chiaro se gli spari uditi da più testimoni, gran parte dei quali non potevano vedere, siano stati esplosi solo dalla polizia o anche dall’attentatore, che all’interno dell’auto avrebbe posseduto solo un fucile giocattolo.
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