Dalla riforma dell’Irpef con la transizione a tre scaglioni e aliquote più basse, alla nuova Ires a due aliquote, dalla razionalizzazione del numero e delle aliquote Iva ad un nuovo sistema fiscale per gli enti locali. Questi sono solo alcuni dei punti della nuova legge delega per la riforma del fisco alla quale in questi giorni il governo Meloni sta lavorando senza sosta. Sarà strutturata in quattro parti, con 21 articoli in tutto, la legge delega sulla riforma fiscale che il governo ha ormai ultimato per portarla in consiglio dei ministri, se non ci saranno intoppi, già la prossima settimana. Con la delega, l’Esecutivo chiede al Parlamento 24 mesi di tempo per ripensare in modo complessivo le tasse italiane. Tra le principali novità c’è l’Irpef che si riduce a tre aliquote, e l’Ires, l’imposta sui redditi delle società, che invece si sdoppia in due aliquote.
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Nuova Ires a due aliquote: cosa cambia
Tra le varie novità, la riforma fiscale prevede una modifica nell’imposta sui redditi delle società. E’ stata prevista infatti una nuova Ires a due aliquote, con aliquota ridotta rispetto al 24% per la quota di reddito destinata, nei due anni successivi, viene destinata alle assunzioni o agli investimenti in beni strumentali innovativi o qualificati. “Chi più assume ed investe meno paga”, si evince dalle slide preparate dal Mef. E’ stato previsto inoltre il “graduale superamento dell’Irap” (ovvero l’Imposta regionale sulle attività produttive), con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti, attraverso l’introduzione di una sovraimposta con base imponibile corrispondente a quella Ires.
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Più assumi e meno paghi
Cavallo di battaglia di Giorgia Meloni in campagna elettorale, la nuova riforma Ire a due aliquote sembrerebbe impostata sullo slogan “più assumi (e investi) e meno paghi”. Lo scorso anni per le case dello Stato, l’imposta sui redditi delle società ha dato entrate per 45,6 miliardi di euro. L’Irap riguarda le persone giuridiche, cioè essenzialmente le società di capitali. Qui, la riforma del governo Meloni sarebbe improntata al taglio dell’aliquota dal 24% fino a un minimo del 15% sulla base degli investimenti realizzati in beni strumentali e delle assunzioni. Quelle agevolate a tal fine sarebbero di donne, over 50 e percettori di reddito di cittadinanza.
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Anche Iva e Irap nella riforma Meloni
Sempre sul fronte delle imprese, sono previste novità sulla cancellazione dell’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. Sono tenuti a pagare questa tassa le società di capitali, gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale, e le persone fisiche che percepiscono reddito d’impresa. Per quanto riguarda i tempi di attesa, ancora non sappiamo se l’Irap sarà abolita subito o nel corso di più anni. Ci dovrebbe essere però al suo posto una sorta di addizionale Ires, similmente a quanto previsto dalla delega fiscale del governo Draghi.
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