Il divario tra le dinamiche dei social media e la realtà quotidiana sta diventando sempre più evidente, portando ragazzi, anche giovanissimi, a compiere azioni estremamente rischiose nel tentativo di ottenere qualche like online. Questo fenomeno, pur non essendo una novità, continua a destare preoccupazione, poiché nessuno sembra in grado di arginare comportamenti che mettono in pericolo non solo chi li pratica, ma anche persone innocenti che potrebbero essere coinvolte.
L’ultima segnalazione arriva dal deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra, Emilio Borrelli, che ha lanciato un allarme riguardo a una tendenza pericolosa che sta prendendo piede: il car-surf. Si tratta di un’attività in cui ragazzi si sdraiano su tavole da surf poste sui tetti di automobili in movimento, filmando l’intera scena per poi condividerla sui social. Purtroppo, i video che mostrano questo comportamento sono sempre più frequenti, suscitando grande preoccupazione.
Recentemente, un video diffuso sui social sembra provenire da Monteruscello, una frazione del comune di Pozzuoli, in provincia di Napoli, e mostra chiaramente questa pratica. “Una volta”, ha spiegato Borrelli, “queste bravate si svolgevano su strade secondarie e quasi deserte. Oggi, invece, il car-surfing viene praticato nel bel mezzo del traffico, aumentando drasticamente i rischi di incidenti gravi”. Nel video in questione, all’inizio la strada sembra deserta, ma poco dopo si notano i fari di altre auto che si avvicinano nella direzione opposta, evidenziando il pericolo imminente.
Borrelli ha espresso il suo sconcerto per il comportamento di questi giovani: “Questi ragazzi non comprendono la gravità dei loro gesti. Ignorano deliberatamente le più elementari norme del codice della strada, del vivere civile e della morale. È tempo di intervenire con decisione, poiché le stragi di pedoni sulle nostre strade sono una tragica testimonianza dei pericoli causati da individui irresponsabili e incoscienti”.
Il deputato chiede quindi misure severe per contrastare questo fenomeno e proteggere la sicurezza pubblica, prima che altri incidenti possano trasformarsi in tragedie.