Vai al contenuto

Nuove accuse di molestie a Trump, ma il suo staff replica: “Storia inventata, ecco perché”

A meno di due settimane dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, la campagna elettorale è stata sconvolta da una nuova rivelazione che potrebbe rappresentare la tanto temuta “sorpresa di ottobre”: un evento improvviso e destabilizzante capace di ribaltare le sorti dei candidati.

L’ex modella Stacey Williams ha denunciato l’ex presidente Donald Trump, accusandolo di molestie avvenute nel 1993 presso la Trump Tower, in quello che ha descritto come “un perverso gioco” orchestrato insieme al finanziere Jeffrey Epstein. Un altro duro colpo per Trump, che però sembra attraversare indenne processi e scandali senza perdere consensi. Infatti, un recente sondaggio del Wall Street Journal mostra il repubblicano in vantaggio su Kamala Harris con il 47% delle preferenze contro il 45% della vice-presidente, la cui popolarità è in lieve calo dopo un’esibizione non entusiasmante durante un incontro televisivo in Pennsylvania.

Williams, attiva come modella negli anni ’90, racconta di aver incontrato Trump nel 1992 durante una festa natalizia organizzata da Epstein, il finanziere morto suicida in carcere nel 2019 mentre scontava una condanna per traffico sessuale e violenze. La relazione tra Williams ed Epstein era informale e, qualche mese dopo, nella primavera del 1993, l’uomo la portò alla Trump Tower. Secondo la testimonianza della donna, una volta arrivati, Trump si sarebbe avvicinato a lei per poi palpeggiarla, suscitando in lei un misto di incredulità e sgomento. Williams ha dichiarato di essersi sentita “gelata e profondamente confusa” mentre Trump e Epstein si sorridevano tra loro durante l’episodio.

Karoline Leavitt, portavoce della campagna di Trump, ha prontamente respinto le accuse, definendo Williams come “un’ex attivista di Barack Obama” e insinuando che il tutto sia stato orchestrato dalla campagna elettorale di Harris. Leavitt ha sottolineato che Williams appartiene a un gruppo denominato “Survivors for Kamala,” che sostiene le vittime di violenza e appoggia la candidatura della democratica. La stessa Williams ha pubblicato sui social media una cartolina del 1993 firmata da Trump, con il messaggio: “La tua casa lontano da casa, con amore, Donald”.

Nonostante questi scandali, Trump continua a godere del sostegno dei suoi fedelissimi, come dimostrato in passato dai casi di condanna per pagamenti illegali a Stormy Daniels e dalle accuse di incitamento all’assalto al Campidoglio. Eventi che avrebbero probabilmente distrutto la carriera di qualunque altro politico, ma non quella dell’ex presidente, il quale si dichiara pronto, qualora venisse rieletto, a licenziare “in due secondi” il procuratore speciale Jack Smith, che lo ha incriminato per l’assalto al Congresso e per la gestione delle carte riservate a Mar-a-Lago.

Nel frattempo, Kamala Harris prosegue la sua campagna in Stati chiave come Pennsylvania e Georgia, cercando di coinvolgere personaggi celebri per dare nuova energia alla sua corsa. Fra i sostenitori della vice-presidente figurano nomi noti come Bill Clinton, Barack Obama, Eminem, Bruce Springsteen e Beyoncé, la quale ha recentemente deciso di affiancare Harris durante un comizio a Houston, sua città natale.

Mentre Harris pianifica il suo ultimo intervento pubblico prima dell’Election Day, previsto per martedì prossimo in una località simbolica a due passi dalla Casa Bianca, il clima elettorale rimane teso. L’evento si terrà infatti presso l’Ellipse, lo stesso luogo in cui, quattro anni fa, Trump denunciò il presunto “furto” delle elezioni, chiamando i suoi sostenitori a mobilitarsi, in un appello che culminò nel violento assalto a Capitol Hill.

L’attesa ora si concentra su quale effetto, se ci sarà, queste nuove accuse avranno sull’elettorato e sulla già complicata corsa alla presidenza.