Willy Monteiro Duarte “colpito alla testa come fosse un pallone”. Questa è solo una delle drammatiche dichiarazioni rilasciate da Vittorio Edoardo Tondinelli durante il processo per la morte del giovane di Colleferro, massacrato di botte dai fratelli Bianchi e dai loro amici nella notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020. Tondinelli, insieme ad altri due membri del ‘branco’, Omar Sahbani e Daniele Cerquozzi, è stato ascoltato nelle vesti di testimone dalla Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone.
“Quando Willy era già stato colpito con un calcio, finito contro una macchina prima e a terra poi, Marco (Bianchi, ndr) mi ha fatto il gesto di risalire in auto. – queste le parole di Tondinelli – È stato a quel punto che ho visto Francesco Belleggia sferrare un calcio allo stesso ragazzo quando era ormai a terra. Lo ha colpito alla testa come fosse un pallone. Era come un calcio di rigore”.
“Insieme, io, Marco che guidava, Gabriele, Omar e Michele, siamo rimontati in auto per tornare ad Artena. Al pub del fratello dei Bianchi, Alessandro. Solo Pincarelli non è venuto con noi. – prosegue nella sua testimonianza Tondinelli – Il nostro amico Omar era arrabbiatissimo. Continuava a ripetere che non serviva. Se la prendeva con Belleggia perché secondo lui si era comportato da coniglio. Inerme fino all’arrivo di Marco e Gabriele Bianchi, iniziando solo dopo a picchiare. Omar gli voleva tirare uno schiaffo, strillava anche a Marco e a Gabriele. In particolare rimproverava Belleggia di aver colpito con un calcio Willy quando era a terra ma lui negava, diceva ‘ma quale calcio?’”.
“Tornati al bar del fratello di Marco e Gabriele, dove erano rimaste le compagne dei miei amici, Marco ha parcheggiato il suo suv distante, quasi a volersi nascondere. Sapevamo che era successo qualcosa di grave. Io più di tutti perché ho visto”, conclude Tondinelli. “Quella doveva essere una serata molto tranquilla. Per colpa di Mario Pincarelli e Francesco Belleggia è successo un macello. – ricorda invece Sahbani – Urlavo a Marco e a Gabriele Bianchi che stavano prendendo le difese delle parti sbagliate. Ricordo che Marco colpì Willy con un calcio. Gabriele era dall’altra parte della siepe. Non lo ha nemmeno visto”.
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