Sembrano non finire mai i guai, anche giudiziari, per Domenico Arcuri. L’ex commissario straordinario all’emergenza coronavirus, nominato dal governo presieduto da Giuseppe Conte nel 2020, è al centro di inchieste e polemiche che lo coinvolgono sull’acquisto di banchi a rotelle, mascherine pericolose e, adesso, anche, ventilatori polmonari inutilizzabili. La notizia arriva dal Piemonte, dove da oltre un anno 484 ventilatori sarebbero stati abbandonati nei magazzini della Asl perché funzionerebbero male. Da precisare che al momento Arcuri non risulta indagato per questa vicenda.
Il quotidiano torinese parla di un report “richiesto dall’attuale struttura commissariale per fugare ogni dubbio. E consegnato direttamente al generale Francesco Figliuolo, lunedì scorso in visita a Torino”. In questo rapporto sarebbe contenuta la “bocciatura definitiva” di quel tipo di ventilatori. “Uno studio comparativo – si legge su La Stampa – che ha misurato le performance dei ventilatori polmonari in questione con altri sei, di diverso tipo e comunemente impiegati nelle terapie intensive del Nord Italia per fronteggiare la pandemia in varie condizioni di ventilazione controllata ed assistita. Che ha tagliato al testa al toro”.
I ventilatori in questione, acquistati durante la gestione di Arcuri, presenterebbero “meccanismi farraginosi e inefficaci, passaggi di fase troppo lenti e un eccessivo ritardo di apertura della valvola inspiratoria”. Un quadro sconfortante, quello delle caratteristiche tecniche degli apparecchi, “che di fatto ne rendono improponibile l’utilizzo in pazienti con insufficienza respiratoria”.
Ventilatori che, spiega il giornale, avrebbero dovuto essere utilizzati durante le fasi più drammatiche della prima ondata della pandemia di Covid. Ma che, a causa delle loro imperfezioni, sono finiti subito in qualche scantinato, nonostante fossero stati spesi circa 10mila euro per acquistare ogni singolo macchinario. “Risulta evidente e statisticamente significativa una differenza di performance tra questi ventilatori e gli altri, testati in tutte le modalità analizzate. Tali differenze possono avere gravi ripercussioni cliniche nell’impiego di tali macchine su malati critici”, conclude il rapporto al quale forse ora Domenico Arcuri sarà chiamato a fornire risposte.
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