La recente riduzione dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea, con un taglio di 25 punti base, offre un sostegno significativo all’economia, portando benefici immediati a famiglie e imprese. Tuttavia, come spesso accade, gli effetti positivi non sono uniformi per tutti. In particolare, mentre chi ha debiti o mutui ne trae vantaggi, i risparmiatori vedono un calo della remunerazione sui propri depositi bancari e sui rendimenti dei titoli a tasso variabile.
Un aspetto cruciale per molti italiani è l’impatto di questa decisione sui mutui. Secondo un’analisi dettagliata dell’Ansa, il taglio del costo del denaro favorirà una maggiore disponibilità di credito per famiglie e imprese, rendendo i mutui meno onerosi e permettendo allo Stato di risparmiare sul costo del debito pubblico.
La riduzione del tasso d’interesse avrà effetti immediati sui prestiti bancari, con circa 3,5 milioni di famiglie italiane che potranno beneficiare di mutui più accessibili. Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, ha dichiarato che nei prossimi mesi gli interessi sui mutui e sui prestiti aziendali scenderanno ulteriormente, facilitando l’acquisto di immobili e stimolando nuovi investimenti. Secondo le stime della Fabi, chi sottoscrive oggi un mutuo di 200 mila euro della durata di 25 anni potrà risparmiare complessivamente oltre 70 mila euro, pari a un calo del 19,3% rispetto al 2023.
Anche chi ha un mutuo a tasso variabile potrà trarre beneficio dalla diminuzione dell’Euribor, che è sceso al 3,54% rispetto al 3,90% registrato a inizio anno, sebbene sia ancora superiore all’Eurirs, che ha toccato i livelli più bassi degli ultimi 20 mesi. Di conseguenza, i mutui a tasso fisso rimangono un’opzione particolarmente vantaggiosa in questo momento.
Oltre alle famiglie, anche lo Stato italiano trae vantaggi significativi da questo taglio dei tassi, poiché riduce l’importo degli interessi pagati sul debito pubblico. Questo risparmio contribuirà a dare maggiore respiro alle finanze pubbliche, facilitando l’elaborazione delle prossime leggi di bilancio.
Tuttavia, non tutti i soggetti beneficiano di questa riduzione dei tassi. I risparmiatori, ad esempio, vedono scendere la remunerazione sui depositi bancari vincolati, che durante il periodo di stretta monetaria del 2022-2023 avevano toccato punte fino al 3,6%, partendo da un valore dello 0,9%. Se da un lato il taglio della BCE fa aumentare il prezzo dei bond, dall’altro riduce i rendimenti dei titoli a tasso variabile, con un impatto negativo per chi investe in questo tipo di prodotti finanziari.