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Obbligo vaccino anti-papilloma per scuola e università, il Garante blocca la Puglia. “Perché non possono farlo”. E scoppia il caso

Il consiglio regionale della Puglia ha approvato all’unanimità una legge che mira a potenziare la prevenzione contro il papilloma virus umano (HPV). Questa legge, volta a tutelare la salute dei giovani pugliesi, introduce l’obbligo di presentare una certificazione vaccinale per iscriversi alle scuole e alle università.

Secondo quanto stabilito, l’iscrizione ai percorsi d’istruzione per la fascia di età 11-25 anni, compreso quello universitario, sarà subordinata alla presentazione di documentazione che attesti l’avvenuta vaccinazione contro l’HPV. In alternativa, si potrà presentare un certificato rilasciato dalle aziende sanitarie locali (Asl) che attesti l’avvio del programma vaccinale o il rifiuto alla somministrazione del vaccino. Questa misura ha l’obiettivo di rendere capillare l’informazione sull’utilità della vaccinazione anti-HPV, debellare le infezioni e prevenire le conseguenze cancerogene, nell’esclusivo interesse dei giovani pugliesi.

Tuttavia, questa iniziativa ha sollevato l’attenzione del garante della privacy, il quale ha inviato una richiesta di informazioni alla Regione Puglia riguardo alla nuova normativa. Il Garante ha evidenziato che la legge europea prevede un generale divieto di trattamento dei dati sulla salute, che possono essere richiesti solo in casi di vaccinazioni obbligatorie. Data la delicatezza della questione, che coinvolge anche studenti minorenni, il Garante ha chiesto alla Regione di fornire entro 30 giorni tutte le informazioni necessarie per una valutazione approfondita del caso.

Non solo l’HPV è al centro delle preoccupazioni sanitarie regionali. La legge prevede anche misure contro le malattie causate dal Virus respiratorio sinciziale nei bambini. In questo caso, si autorizza la somministrazione di anticorpi monoclonali umani, approvati dalle autorità regolatorie, che dovranno essere somministrati in ambito ospedaliero prima delle dimissioni dal reparto di maternità per tutti i bambini nati tra ottobre e marzo. Per i bambini nati tra aprile e settembre, la somministrazione avverrà a cura dei servizi territoriali, preferibilmente nel mese di ottobre, e comunque prima della conclusione del periodo epidemico.

La Regione Puglia ha dunque un mese di tempo per rispondere alle richieste del Garante, e intanto la popolazione aspetta di vedere come si evolverà questa situazione. L’auspicio è che si riesca a trovare un equilibrio tra la necessità di proteggere la salute pubblica e il rispetto della privacy dei cittadini.

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