L’omicidio di Frederick Akwasi Adofo, un 40enne ghanese senza fissa dimora, a Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, ha scosso la comunità locale. Due adolescenti di 16 anni sono stati fermati dai carabinieri di Castello di Cisterna, in esecuzione di un provvedimento della Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli. I due giovani sono accusati di omicidio volontario aggravato da futili motivi e crudeltà.
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Frederick Adofo era una figura ben nota nella comunità. Aveva lasciato il Ghana all’età di 32 anni, nel 2012, arrivando in Italia dopo un viaggio pericoloso attraverso il deserto, i campi di detenzione libici e il Mediterraneo. A Pomigliano d’Arco, però, Adofo è stato vittima di un’aggressione brutale da parte di un gruppo di giovani violenti. L’omicidio avrebbe avuto luogo nella notte tra domenica e lunedì, quando Adofo è stato pestato a sangue fino alla morte.
Le testimonianze della comunità locale rivelano scene raccapriccianti di violenza. Adofo è stato in agonia per circa dieci ore dopo l’aggressione, che si è consumata in via Principe di Piemonte, una zona di semiperiferia vicina al grande rione della ricostruzione post terremoto, la 219. Dopo che i suoi aggressori si sono dileguati, Adofo ha strisciato sul marciapiede fino a un portone che dava su un vecchio cortile, dove si è nascosto dietro un’auto parcheggiata. Il proprietario dell’auto ha scoperto Adofo la mattina seguente e ha dato l’allarme.
Nonostante le difficoltà, Adofo era amato da molti nella comunità. Aiutava i clienti di un supermercato locale a fare la spesa in cambio di qualche centesimo e non era mai stato un problema. Tuttavia, alcuni giovani della zona avevano iniziato a tormentarlo mesi prima, con ripetuti atti di teppismo, inclusi lanci di pietre mentre dormiva per strada. A volte, i residenti locali lo facevano entrare nei loro appartamenti per proteggerlo e gli portavano da mangiare.
Adofo aveva frequentato corsi d’italiano presso l’associazione Città Aperta, dove aveva conseguito la licenza media inferiore. In seguito alla sua morte, il sindaco di Pomigliano, Raffaele Russo, ha dichiarato che la comunità pomiglianese è affranta e ha annunciato che il Comune pagherà le spese del funerale.
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