La faccenda ha davvero dell’incredibile: potrebbero mancare i soldi per pagare gli stipendi all’Onu. Al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite la situazione economica è gravissima. Il segretario generale Antonio Guterres ha lanciato un appello affinché i Paesi membri che ancora non abbiano pagato la loro quota del bilancio ordinario dell’Associazione mondiale si affrettino a mettersi in regola.
“A novembre potremmo non avere abbastanza soldi liquidi per garantire gli stipendi – ha spiegato Guterres all’Assemblea Generale, mentre presentava la proposta di bilancio per il 2020 -. Il nostro lavoro e le nostre riforme sono a rischio”. Dei 193 Paesi che fanno parte dell’Onu, solo 129 sono in regola con i pagamenti (l’Italia ha saldato i suoi debiti già nel febbraio di quest’anno).
E fra i Paesi che brillano per il loro ritardo spiccano gli Stati Uniti. È vero che gli Usa sono abituati a pagare sempre tardi, in genere appunto verso ottobre, ma quest’anno i ritardatari sono 64, inclusi Paesi come Israele, Brasile, Iran, Mssico, South Korea, Arabia Saudita, Uruguay. Solo il 70 per cento del totale è stato pagato, rispetto al 78 per cento nello stesso periodo l’anno scorso, e le casse sono davvero a secco.
Gli Usa si lamentano da sempre che l’Onu fa sprechi, e che non riflette abbastanza gli interessi americani. Pur essendo su suolo americano, effettivamente, l’Onu raramente si trova allineata con gli Usa. Tuttavia, durante i due anni in cui l’ambasciatrice Nikki Haley ha rappresentato Washington, varie volte il Consiglio di Sicurezza si è schierato con Trump, ad esempio contro la Corea del nord.
Gli Usa contribuivano una volta con il 25 per cento del bilancio Onu. Poi nel 1999, con un raro lavoro bipartisan, due senatori, il repubblicano Jesse Helms e il democratico Joe Biden (poi diventato vicepresidente con Barack Obama e oggi candidato alla presidenza) ottennero una revisione del bilancio Onu e l’abbassamento della percentuale dovuta dagli Usa al 22 per cento.
Nonostante ciò, Washington è sempre in ritardo nel pagamento della sua quota, e non sempre la paga in pieno, per cui deve comunque all’Onu una bella cifra di arretrati. La quota di quest’anno è di 674 milioni. Ma c’è un arretrato di 384 milioni rimasti da bilanci degli anni passati.
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