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Open Arms, Salvini si difende: “Conte era d’accordo ma poi…”

ll leader della Lega, Matteo Salvini, è salito questa mattina sul banco degli imputati per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver negato lo sbarco in Sicilia a un gruppo di migranti nell’agosto del 2019. All’epoca dei fatti Salvini era ministro dell’Interno e, nelle dichiarazioni spontanee rilasciate oggi in tribunale, ha rivendicato tutte le scelte fatte. “Io tutelavo la sicurezza nazionale – ha detto – La particolare attenzione all’immigrazione irregolare era un obiettivo giusto”.
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Salvini: “Numero di morti e dispersi si è ridotto”

Salvini, accompagnato dall’avvocato Giulia Bongiorno, è arrivato nell’aula bunker dell’Ucciardone, nel capoluogo siciliano, intorno alle 10,30. Il vicepremier ha dichiarato: “Noi oggi siamo qui a parlare, e lo faccio in totale serenità, di qualcosa che io ho fatto come mio dovere per difendere il paese la sua dignità, le sue regole e i suoi confini con il risultato che più mi è caro, e non è la riduzione del 90% degli sbarchi e l’avere fatto risparmiare centinaia di milioni al paese o di avere collaborato all’arresto di scafisti, ma è stato che in quelle due estati 2018 e 2019, il numero di morti e dispersi si è assolutamente ridotto e questa è una cosa di cui vado fiero”.

L’ex ministro si è difeso, ricordando il suo operato nel governo di Lega e Movimento 5 Stelle, e ha poi rivolto le sue critiche all’ex premier Giuseppe Conte. “Non è mai mancata l’assistenza a Open Arms. E mai ci siamo opposti agli interventi in favore di donne incinta e altri migranti in difficoltà – ha sottolineato l’attuale vicepremier e ministro di Trasporti e Infrastrutture -. Per quanto riguarda i minori è stata l’Avvocatura di stato, il 19 agosto, a usare il termine ‘presunti minori’, riferendosi a uno sbarco avvenuto il 17 agosto. Il termine ‘presunto’ non era un dispregiativo ma proveniva dal fatto che poi alcuni di questi non lo erano”.

Salvini e 5 Stelle: “Quello che ho fatto con la Diciotti andava bene”

Il vicepremier ha dichiarato: “Conte ha condiviso tutte le scelte di politica migratoria tranne quella relativa alla Open Arms e questo si spiega facilmente se si pensa che tra l’8 e il 9 agosto si era aperta la crisi di governo con la mozione di sfiducia al premier”. Secondo Salvini, dunque, il mutamento di posizione dei 5Stelle dipese solo dalla volontà del Movimento di rompere con il governo giallo-verde. “In tutte le centinaia di episodi precedenti – ha aggiunto – ci sentivamo al telefono per le varie questioni. Con Open Arms, invece, Conte iniziò un carteggio. Il 14 agosto per la prima volta mi scrisse riferendosi ai minorenni a bordo e invitandomi a prendere le decisioni conseguenti. Noi rispondemmo a Ferragosto mentre coordinavamo le forze pubbliche in un patto anti camorra”. “Il 16 il presidente del Consiglio tornò a scrivere – ha raccontato – contestando le mie scelte, il 17 noi rispondemmo: un comportamento epistolare che rappresenta la cesura politica che ora mi porta qua sul banco degli imputati. Per i 5 Stelle quello che ho fatto con la Diciotti andava bene, quel che ho fatto con la Open Arms no, ma la verità è che il problema era politico”.

Il processo Open Arms si configura, dunque, non solo come un evento giudiziario, ma anche come un momento significativo di riflessione sulla politica e sulla società, mettendo in evidenza la necessità di bilanciare sicurezza, diritti umani e responsabilità politica. Le parole di Salvini nell’aula-bunker di Palermo riecheggiano nel dibattito pubblico, aggiungendo un ulteriore capitolo a questa complessa storia politica e umana.

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