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Orban attacca Ilaria Salis a Strasburgo: “Tu non puoi parlare di diritti”

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha duramente attaccato Ilaria Salis durante il suo intervento al Parlamento Europeo a Strasburgo. Orbán ha ribadito le sue posizioni contrarie all’immigrazione e ha poi indirizzato il suo discorso direttamente all’eurodeputata italiana, generando un acceso dibattito che ha diviso le forze politiche in aula. Nel suo intervento, il premier ungherese ha collegato l’immigrazione irregolare a un aumento di antisemitismo, violenza sulle donne e omofobia, sottolineando l’importanza di difendere i confini esterni dell’Unione Europea. “Se qualcuno entra,” ha dichiarato Orbán, “non possiamo mai rispedirlo indietro.” Ha poi ribadito la necessità di mantenere un controllo stretto sugli ingressi nel continente.

Dopo che Ilaria Salis ha criticato l’Ungheria, descrivendola come un “regime illiberale e oligarchico”, Orbán ha risposto con toni durissimi. Ha definito “ridicolo” che un rappresentante di un governo che, a suo avviso, ha usato la forza contro manifestanti pacifici, possa parlare di Stato di diritto in Europa. “Picchiavate le persone per strada,” ha sintetizzato Orbán, “non potete parlare di diritti”. Le sue parole hanno scatenato reazioni intense, specialmente tra i membri del gruppo dei Socialisti e Democratici, che hanno definito Orbán un “bugiardo e traditore”. Il gruppo ha poi utilizzato la piattaforma X per denunciare il peggioramento della democrazia e dei diritti sociali in Ungheria sotto la leadership di Orbán, precisando che “Orbán non rappresenta l’Ungheria” e confermando il loro sostegno alla popolazione ungherese.

Nel corso del suo discorso, Orbán ha anche parlato di difesa, affermando che l’Ungheria destina più del 2,5% del suo Pil a questo settore, con l’obiettivo di rafforzare l’industria europea. Ha inoltre criticato la transizione ecologica, sostenendo che le attuali politiche ambientali non stanno producendo i risultati attesi in termini di posti di lavoro e crescita economica. A rispondere alle sue dichiarazioni sono stati Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, e Manfred Weber, leader del Partito Popolare Europeo. Metsola ha richiamato alla necessità di mantenere un dibattito civile, mentre Weber ha sottolineato che l’Ungheria merita una voce influente a livello europeo, suggerendo Peter Magyar come possibile successore di Orbán, e criticando la mancanza di un “ruolo attivo” dell’attuale governo ungherese in Europa.

Il clima teso si è manifestato anche attraverso gesti simbolici. Alla fine del discorso di Orbán, alcuni eurodeputati del gruppo The Left hanno intonato “Bella Ciao” come forma di protesta. Le parole del premier ungherese sono state accolte con favore da alcune forze politiche di destra, ma hanno suscitato forti critiche dalle opposizioni, evidenziando una polarizzazione sempre più marcata nel dibattito politico europeo, simile a quella che sta avvenendo negli Stati Uniti tra Democratici e Repubblicani.