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Orrore in Italia: minorenni costretti con la forza dalla maestra delle elementari

Si faceva chiamare “zia Martina” ed era una rispettata maestra di scuola elementare. Tuttavia, secondo le accuse, dietro questa facciata si nascondeva una vita segreta fatta di perversioni. La donna, originaria di Polignano a Mare, è stata dapprima accusata e poi condannata per aver adescato minorenni e per aver avuto con loro rapporti sessuali in un B&B nel centro di Bari. Inoltre, si sarebbe fatta filmare durante questi incontri e avrebbe partecipato a videochiamate praticando autoerotismo con i ragazzini. Zia Martina cercava le sue vittime sui social e nelle chat. Le indagini sono partite dopo le denunce di alcuni genitori, insospettiti dallo strano comportamento dei figli e da alcune anomale dirette sui social.

Nel 2021, quando insegnava in una scuola del Nord Italia, era stata posta agli arresti domiciliari. Il caso aveva creato scalpore e la “Maestra Hot” era stata condannata per corruzione di minorenni e pornografia minorile. Dopo aver scontato la pena, sembra che la 47enne abbia ripreso le sue attività illecite. Ora, al termine di nuove indagini dei Carabinieri, è stata giudicata una seconda volta presso il Tribunale di Bari. Il giudice ha pronunciato una sentenza esemplare: mentre il PM aveva chiesto 4 anni di reclusione, le sono stati comminati 7 anni e 3 mesi di carcere e l’obbligo di risarcire le parti civili con 75.000 euro. L’ex maestra elementare non potrà inoltre esercitare attività didattiche in scuole, istituzioni o strutture pubbliche e private frequentate da minori per tutta la durata della pena e per un anno successivo all’espiazione della stessa. “Zia Martina” dovrà anche rispettare un provvedimento di divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minorenni. Durante il primo processo, la donna si era difesa sostenendo di essere stata filmata a sua insaputa e di essere vittima di una persecuzione mediatica. Aveva anche accusato le Forze dell’Ordine di aver creato prove fasulle, finendo sotto processo anche per calunnia.

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