L’orrore. Questa è la parola che risuona nella mente di chiunque abbia preso visione dei recenti messaggi che, in un’inconcepibile sfacciataggine, hanno equiparato la scomparsa del presidente Giorgio Napolitano all’imminente morte di Matteo Messina Denaro. Una decenza perduta, un confine morale oltrepassato.
In un momento di dolore nazionale, quando l’Italia piange la scomparsa di uno dei suoi più grandi uomini di Stato, la maleducazione e la cattiveria di alcuni sono diventate virali. Napolitano non rappresenta solo una figura politica, ma un simbolo di integrità, dedizione e servizio alla nazione. La sua scomparsa merita rispetto, riflessione e, soprattutto, silenzio da chi non sa, o non vuole, onorare il suo ricordo.
Il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi, ha ragione nel sottolineare l’importanza di denunciare questi haters. Non possiamo rassegnarci a un mondo in cui la libertà di espressione concessa dai social media venga abusata in questo modo. È una brutale inciviltà confondere la critica politica con l’insulto, specialmente in un momento di lutto nazionale.
Questi post rappresentano una vergogna. E se ci fosse ancora bisogno di una dimostrazione di quanto i social possano amplificare il peggio dell’umanità, eccola servita su un piatto d’argento. Ma, nonostante tutto, l’Italia sa chi era Giorgio Napolitano, e la sua memoria rimarrà intatta, indipendentemente dai vili tentativi di alcuni di offuscarla.